Bruxelles – Nessuna frontiera con barriere e o controlli tra le due Irlande, rispetto dell’accodo del venerdì Santo, cooperazione transfrontaliera. Theresa May tenta di rassicurare i britannici dell’Ulster, e inevitabilmente attira le critiche dei Brexiters. La premier britannica a Belfast tiene un discorso per dare rassicurazioni alla parte del Paese che più di ogjni altra rischia contraccolpi da un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordi, ma le parole dell’inquilina di Downing Street non piacciano a Londra.
May ieri sera ha sottolineato innanzitutto che l’accordo era a portata di mano, ma “il Parlamento britannico l’ha respinto”, ha scandito. Ha spiegato perché si arrivati a questa situazione, ricordando che il cosiddetto ‘backstop’, l’insieme delle condizioni per garantire la chiusura delle dogane tra Ulster ed Eire, serviva a “dare chiarezza e fiducia a cittadini e imprese di entrambe le parti”. E ha ricordato anche che lei era “d’accordo” sul backstop. Ma Westminester ha vanificato tutto.
Alla vigilia della sua visita a Bruxelles con i leader dell’Ue, May tenta di rassicura gli irlandesi del nord. Non spiega loro come gestirà e risolverà la situazione, ma assicura che possono stare tranquilli, aprendo alla possibilità di concedere maggiori poteri a Belfast.
“Auspico che si possano adottare misure per il rafforzamento della devolution, cosicché i politici dell’Irlanda del Nord possano tornare a lavorare sulle questioni che contano per le persone che rappresentano”.
May usa parole che servono a calmare gli unionisti protestanti del Dup: “Sappiamo che ci sono alcuni nella comunità nazionalista che temono che alcuni dei loro diritti esistenti potrebbero essere corrosi quando il Regno Unito lascerà l’Ue”. E a loro promette l’integrità del Regno Unito, e una soluzione al problema di oggi. Non dice come. Evoca il rafforzamento delle relazioni bilaterali con la Repubblica d’Irlanda, che “potrebbe e dovrebbe assumere forme diverse”, e “modi creativi” per potenziare i legami tra le due comunità, irlandese e britannica.
Il percorso appare obbligato. “Ogni area della cooperazione transfrontaliera esistente deve essere rispettata”, premette May. Che poi aggiunge: “Se tali aree dovessero cambiare in futuro, saranno di competenza di Belfast e Dublino, non come conseguenza della nostra uscita dall’Ue”. Una soluzione bilaterale potrebbe dunque essere una strada da seguire, un’opzione su cui ragionare già domani, con in occasione della visita a Bruxelles ai leader dell’Ue.