Bruxelles – Unione europea e Lega araba divise al proprio interno e anche tra loro. Talmente divise che l’incontro ministeriale di Bruxelles si conclude senza una dichiarazione congiunta. Un atto irrituale, che non è passato inosservato a quanti si attendevano un documento ufficiale a suggello della cooperazione tra le due parti. Invece niente, i bue blocchi si sono arenati sul sensibile scoglio dell’immigrazione. Una spiegazione che nessuno si è sentito di offrire in conferenza stampa, dove pure si è consumato un insolito spettacolo.
L’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, ha provato a fornire una spiegazione diplomatica, dicendo che il meeting di oggi serviva per “concentrarsi piu sulla sostanza che sulle parole”, visto che “spesso ci sono dichiarazioni ma non linee comuni”. Ma il velo di diplomazia è stato squarciato quando la stessa Mogherini ha voluto ricordare che sia Ue sia Lega araba “sono due organizzazioni non semplici”.
Nell’Ue ci sono 28 Stati membri, nella Lega araba ve ne sono 22. Logico, dunque, avere “problemi all’interno delle nostre organizzazioni”, sottolinea Mogherini. L’Alta rappresentante qui viene interrotta dal segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit. “Mi sembra più complicato nell’Ue”, dice. Con Mogherini che replica prontamente. “Potrei dire il contrario”.
Non certo una bella immagine, quella da offrire in pubblico, soprattutto se nel pubblico c’è qualcuno he già mette in dubbio la qualità delle relazioni bilaterali. Ma Ue e Lega Araba non hanno saputo trovare quelle sintesi che si voleva, complice il fenomeno dell’immigrazione.
“Una delegazione dell’Ue non ha voluto alcun riferimento, di nessun tipo, al patto globale delle Nazioni Unite”, confidano in Consiglio. Basta prendere l’elenco degli Stati membri che non hanno sottoscritto il patto (Austria, Bulgaria, Cechia, Estonia, Italia, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) e vedere chi tra questi è quello che più di tutti gli altri si è espresso contro il trattato (Ungheria).
Ma la questione “non lascia indifferente neppure gli Stati della Lega araba”, ricordano in Consiglio. I Paesi del Nord-Africa accolgono migranti provenienti da altri Stati del continente, mentre Giordania e Libano accolgono più rifugiati siriani di quanto potrebbe fare l’Europa, a cui si sommano quelli yemeniti.
Oltretutto, tra i Paesi che hanno fatto marcia indietro sul migration compact c’è Israele, alleato dell’Europa e tradizionalmente inviso ai Paesi arabi soprattutto del Medio Oriente. Questo è un altro fattore che non aiuta il dibattito in seno alla Lega Araba, che è comunque invitata alla conferenza sul futuro della Siria in programma a Bruxelles dal 12 al 14 marzo.