Bruxelles – Alzare i toni, confronto muscolare, critiche serrate. “Dobbiamo abituarci a tutto questo”. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, conferma che l’aria è cambiata. E con la ventata di cambiamento, le prassi svaniscono e gli schemi saltano. “Queste elezioni europee così politiche producono un dibattito a cui non siamo abituati”. Finora, sostiene, “siamo abituati al dibattito duro negli Stati, adesso invece questo si sposta su scala europea”.
Si è già aperta una nuova stagione dunque. Quella delle urla, delle polemiche, si spera non degli insulti. Sullo sfondo c’è l’ultimo esempio di una rinnovata dialettica tra Stati membri dell’Ue. Il vicepremier Luigi Di Maio e gli esponenti del Movimento 5 Stelle che accusano la Francia di colonizzare ancora l’Africa, stampando moneta, il franco coloniale CFA, contribuendo al proliferare dei flussi di migranti. Parole costate la convocazione da parte della ministra per gli Affari europei dell’ambasciatrice italiana a Parigi.
“E’ giusto che l’Europa si interroghi sul suo passato”. Moavero porta avanti la linea del governo. “L’Europa ha l’Africa di fronte, e si deve vedere come un’opportunità. Ma dall’Africa giungono i migranti che preoccupano i cittadini”. Quelli italiani, prima di tutto. Ma questa è un’altra storia. Quello che conta veramente è che il modo di discutere di Europa in Europa.
“I rapporti tra Stati membri non avvengono solo più a livello di dialogo tra governi, ma a livello di singoli esponenti”. A detta del ministro degli Esteri, “se vogliamo questa è l’Europa politica, anche se magari arriva in un modo un po’ ruvido”. Ma così facendo “si realizza quello spazio pubblico europeo trans-nazionale di cui per tanto tempo si è parlato”. Per Moavero il cambio di paradigma nel confronto in Europa “è una svolta”. Da qui in avanti bisogna essere pronti al “dibattito vivace”.