Bruxelles – Chi viola lo stato di diritto perderà i fondi comunitari. L’Aula del Parlamento europeo approva la proposta voluta dalla Commissione Ue per il prossimo esercizio di bilancio settennale (Mff 2021-2027), e con questa posizione avvierà negoziati con il Consiglio. I deputati europei riuniti in sessione plenaria non hanno avuto dubbi: chi mette in discussione i valori su cui si fonda l’Ue ne deve pagare le conseguenze.
Per quanto riguarda i partiti italiani, la Lega ha votato contro la proposta, come anche i deputati dei partititi di governo in Ungheria e Polonia, mentre i Cinque stelle si sono astenuti.
La misura è volta a colpire Polonia e Ungheria, Stati membri contro cui sono state procedure per la violazione dello stato di diritto. Fin dall’inizio delle ‘questioni’ polacca e ungherese si era cominciato a ragionare a misure per contrastare certi fenomeni. Ora si è trovata la quadra, e il meccanismo sanzionatorio è pronto a essere usato.
A seconda della gravità della violazione dello stato di diritto, la Commissione potrà decretare quattro diversi tipi di sanzioni: sospensione degli impegni, interruzione dei termini di pagamento, riduzione dei prefinanziamenti, sospensione dei pagamenti.
Viene stabilito quando scatteranno i provvedimenti comunitari. Lo Stato di diritto potrà essere ritenuto come minacciato quando siano compromessi uno o più dei seguenti elementi: corretto funzionamento delle autorità dello Stato membro preposte ad eseguire il bilancio dell’Unione; corretta operatività delle autorità preposte al controllo finanziario; adeguate indagini nella repressione delle frodi, anche fiscali, corruzione o altre violazioni che riguardano l’esecuzione del bilancio dell’Unione; controllo giurisdizionale da parte di organi giurisdizionali indipendenti; recupero di fondi indebitamente versati; prevenzione e la repressione dell’evasione fiscale e della concorrenza fiscale; collaborazione con l’Ufficio europeo per la lotta antifrode e, se lo Stato membro interessato vi aderisce, con la Procura europea.
La tutela dei cittadini era uno dei nodi legato alla chiusura dei rubinetti dell’Ue. E’ stato trovato il modo di aggirare l’ostacolo, con la Commissione europea che si sostituisce ai governi nell’erogazione delle risorse. E’ la stessa Commissione Ue che dovrà occuparsi di assistere i beneficiari, quali ricercatori e organizzazione della società civile, e fare in modo che essi ricevano gli importi dovuti.