Di Tommaso Meo
Bruxelles, soprattutto nella persona del presidente della Commissione Jean Claude Juncker, ha espresso i suoi dubbi sul semestre di presidenza romena del Consiglio dell’Ue, iniziata il primo giorno del 2019. L’aria sembra abbastanza tesa, complici i dossier che la Romania si troverà ad affrontare – Brexit, bilancio e migranti su tutti – e le elezioni imminenti, con i populisti agguerriti in prima fila. Per di più Juncker, come altri, teme i conflitti tra poteri che da qualche mese stanno segnando lo scenario interno in Romania.
Lo scontro è tra il capo dello stato Klaus Iohannis, liberale, e la capa del governo, Viorica Dancila, di centrosinistra, ma le cui mosse hanno suscitato molte perplessità in Europa. Una legge ha depenalizzato la corruzione, mentre l’indipendenza della magistratura appare fragile. Il timore è che la Romania si allontani progressivamente dallo status democratico raggiunto. Juncker, alla cerimonia di inaugurazione del semestre romeno a Bucarest, ha invitato il paese a “stabilire coesione e consenso sul piano nazionale” per una buona riuscita della presidenza di uno degli organi più importanti dell’Ue. Proprio in occasione della cerimonia un corteo di manifestanti si riunito manifestando contro il governo e in favore dell’Europa.
Ma cosa dicono i sondaggi sull’umore dei romeni verso l’Europa? I dati sono interessanti. Nell’ultima rilevazione standard di Eurobarometro (novembre 2018) la fiducia dei cittadini romeni nell’Europa è scesa al 50%, due punti percentuali in meno rispetto alla primavera passata, con la sfiducia che registra il 49% e i non rispondenti il 9%. Numeri comunque superiori alla media Ue del 42%. La rilevazione specifica sul futuro dell’Europa, di ottobre-novembre 2018, fornisce altri spunti. Risponde di essere ottimista circa il futuro dell’Ue il 65% degli intervistati romeni; un numero superiore alla media dei 28 paesi, del 61%, ma tendenzialmente basso, soprattutto se confrontato con quelli di altri paesi dell’est Europa: il 76% in Polonia, il 72% in Slovacchia, il 69% in Croazia. Alla frase “L’Ue è un luogo di stabilità in un mondo problematico” l’84% dei romeni si è invece detto d’accordo, contro il 76% della media Ue. Anche per quanto riguarda l’Europa come opportunità per il futuro dei giovani il dato romeno è alto: il 77% è totalmente d’accordo, rispetto al 69% della media. Azzardando un’interpretazione di questi dati si potrebbe dire che in Romania, seppure il momento fotografato non sembri idilliaco, la speranza per un futuro migliore, più stabile e democratico, sia riposta in grossa parte nell’adesione e nella permanenza nell’Ue. La Romania beneficia molto dei fondi comunitari, ricevendo più di quanto versa nel bilancio e, come si è visto, l’appartenenza all’UE è riconosciuta dalla stragrande maggioranza come un’opportunità per i giovani. La presidenza del Consiglio dell’Unione arriva certo in un momento turbolento per il paese, ma non si sa mai che questo non si ricompatti grazie a una maggiore adesione ai valori europei.