Bruxelles – Ci sono le elezioni, basta fake news. L’Europa va comunicata come si deve, e chi non lo fa deve rispondere per quello che dice. Parlamento e Consiglio Ue su questo sono d’accordo, e i negoziatori raggiungono una bozza di accordo chiamata alla prova dei voti in entrambe le istituzioni. Al netto di copi di scena che generalmente si producono, quando c’è un accordo in sede negoziale, l’Ue vedrà meccanismo di multe anche salate a partiti o fondazioni politiche europee che diffondono notizie false e tendenziose o che “violano deliberatamente” le norme sulla protezione dei dati per influenzare o tentare di influenzare l’esito delle elezioni europee.
In caso di accertamento dell’illecito scatteranno multe pari al 5% del bilancio annuale del partito politico europeo o della fondazione interessata. Un compito affidato all’Autorità per i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee, l’organismo istituito nel 2014. Oggi, rivelano i negoziatori di Parlamento e Consiglio, gli scandali come quello di Facebook-Cambridge Analytica “mostrano la necessità di prevenire l’abuso di dati nelle campagne politiche”. L’Ue si dota allora di un nuovo strumento.
Oltre alla multa, stop anche ai finanziamenti. In base alle regole, chi viene ‘pizzicato’ in violazione delle norme comunitari in materia di privacy e uso corretto delle informazioni, non potrà chiedere un finanziamento a carico del bilancio generale dell’Unione europea nell’anno in cui è stata imposta la sanzione. In sostanza chi diffonde fake news e viene condannato, paga la multa e in più si vede bloccati i contributi.