Bruxelles – Il voto della Camera dei comuni sulla bozza di accordo per l’uscita ordinata di Londra dall’Ue potrebbe far perdere il diritto di voto degli italiani residenti nel Regno Unito per le elezioni europee. Proprio così. IN base alla regole italiane, i connazionali all’estero possono partecipare al voto per il rinnovo del Parlamento europeo solo se residenti in un altro Stato membro dell’Ue. In caso di hard Brexit, i circa 315mila iscritti all’Aire d’oltre Manica saranno costretti a tornare in patria, visto che a maggio l’isola potrebbe essere un Paese extra-comunitario.
Il governo ne è consapevole, e per ora non è intenzionato a cambiare le carte. Forse perché in Italia si spera che a Westminster voteranno a sostegno di quello che la premier britannica è riuscita a raggiungere coi partner. Certo è che il voto in programma stasera può portare con sé tutta una serie di strascichi, tra cui la perdita del diritto di voto per gli italiani, come detto.
A Roma i deputati Pd Massimo Ungaro, Angela Schirò e Nicola Caré hanno chiesto ai ministri degli Esteri e dell’Interno se intendano “adottare iniziative per prevedere forme transitorie di allestimento dei seggi elettorali” nel caso in cui a maggio il Regno Unito dovesse ritrovarsi extra-comunitaria, così da “permettere la partecipazione al voto degli italiani residenti in Gran Bretagna”. Anche perché, ricordano, per le europee non esiste neppure la possibilità di voto per corrispondenza.
L’esecutivo giallo-verde affida la risposta al sottosegretario per gli Affari esteri, Ricardo Antonio Merlo, nato e residente in Argentina e a capo del Movimento associativo italiani all’estero (Maie). “Gli elettori italiani residenti nei Paesi extra Unione europea possono attualmente votare esclusivamente in Italia. Non sono previste, in base alla normativa vigente, iniziative per adottare forme transitorie di allestimento di seggi elettorali per i residenti in Paesi non Unione europea”.
La legge, dunque non cambia. A meno che non sia il Parlamento, nella sua sovranità, a disporre diversamente. “La Farnesina è ovviamente a disposizione per implementare eventuali modifiche normative alla legge in vigore, in base alle decisioni che vorranno essere assunte in sede parlamentare”. Al momento non c’è alcuna iniziativa in tal senso. Molto dipenderà dal voto di stasera.