AGGIORNAMENTO DEL 16 GENNAIO: In serata il governo ha ottenuto la fiducia con 151 voti, trovando sostegno da indipendenti e qualche disidente di Anel.
Bruxelles – Skopje ha compiuto il passo, ora tocca ad Atene. Se il Parlamento dell’ex repubblica jugoslava di Macedonia (FYROM) è riuscito nella non scontata impresa di approvare l’accordo sul cambio di nome del Paese, adesso spetta a quello di Grecia, dove la coalizione di governo rischia di cadere. Il primo ministro ellenico Alexis Tsipras ha chiesto un voto di fiducia. Si gioca il futuro dell’esecutivo, prossimo alla caduta.
Tsipras da solo non ha i numeri per governare. Syriza ha 145 seggi parlamentari su 300, meno della maggioranza assoluta che gli hanno finora garantito gli Indipendentisti Greci (Anel), contrario a cambiare il nome dei vicini da FYROM a Repubblica di Macedonia settentrionale. Anel ha annunciato l’uscita dalla coalizione, aprendo di fatto la crisi di governo e presentando in questo modo all’Aula del parlamento nazionale la bozza di accordo già ratificato dall’altra parte delle frontiera occidentale e che ora spetterebbe ai greci approvare. Se ce la faranno.
La Commissione europea ha da sempre accolto con favore l’intesa tra lo Stato membro e lo Stato candidato. La fine della disputa del nome potrà permettere ai macedoni di poter velocizzare le procedure per l’ingresso dell’Ue e beneficiare anche dell’ingresso nella Nato.
L’Alta rappresentante della politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, ha sottolineato come l’accordo tra Grecia e FYROM costituisca “un esempio di riconciliazione per la regione e l’Europa nel suo complesso”, motivo per cui “l’Ue sostiene fermamente questo accordo”. Bisogna vedere se anche i greci sapranno fare altrettanto.
La repubblica ellenica è divisa. C’è ancora forte opposizione di quanti ritengono che “Macedonia” può indicare solo la regione settentrionale della Grecia, culla dell’antico impero di Alessandro Magno. L’esito non è scontato. Tsipras è convinto di poter trovare i numeri mancanti. E’ sicuro che l’intera truppa di Syriza voterà compatta, che To-Potami si accoderà e qualcuno all’interno di ANEL romperà le righe. Tutto da dimostrare.