Bruxelles – Controllare il controllore. La Banca centrale europea monitora le banche, ma non è possibile sapere in che modo. La Corte dei conti europea, in una comunicazione al Parlamento europeo, mette in luce gli aspetti poco trasparenti delle politiche di gestione delle crisi bancarie nell’Ue. E’ convinzione dei giudici contabili che la Bce non permetta pieni poteri di controllo sull’attività di vigilanza bancaria, e chiede perciò modifiche che consentano accesso a tutti gli atti.
La Corte, scrivono i giudici contabili, “ha compiuto notevoli sforzi per adempiere al suo ruolo e promuovere responsabilità e trasparenza nel settore della vigilanza e della risoluzione bancaria”. Ciò però non basta a garantirle, poiché “l’attuale posizione della Bce in merito all’accesso da parte della Corte dei conti ai documenti e alle informazioni di revisione impedisce alla Corte dei conti di svolgere correttamente le sue responsabilità giuridiche”.
La lettera non potrebbe giungere in momento più opportuno. Domani il presidente della Bce, Mario Draghi, sarà a Strasburgo per riferire in Aula dell’attività svolta nel 2017. Nell’attività annuale dell’Eurotower c’è anche quella di vigilanza, ed è lecito attendersi richieste di chiarimenti.
Il presidente dell’istituzione di Lussemburgo chiarisce di non voler interferire con l’attività dell’organismo di Francoforte. “Non è intenzione della Corte svolgere analisi sulla politica monetaria”, sottolinea Klaus-Heiner Lehne, per il quale comunque “è però essenziale che la Corte disponga di pieni poteri di controllo sulle attività di vigilanza della Bce, dati i notevoli rischi che i fallimenti bancari comportano per le finanze pubbliche e la complessità dei nuovi meccanismi di vigilanza”.
I revisori contabili lamentano in particolare il mancato accesso a informazioni ‘confindenziali’. Qualcosa comprensibile eppure tuttavia non possibile. La Corte si appella al diritto dell’Unione, ed in particolare ai Trattati, dove si si stabilisce che “gli organi o organismi che gestiscono le entrate o le spese per conto dell’Unione trasmettono alla Corte dei conti, a sua richiesta, i documenti e le informazioni necessari all’espletamento delle sue funzioni”. I documenti più sensibili non fanno eccezione, dunque.
Il settore della vigilanza bancaria comporta “rischi significativi per il bilancio pubblico”, rileva ancora la Corte dei conti europea, secondo cui in questo preciso comparto “un’adeguata revisione pubblica è ancora irrealizzabile e la responsabilità ancora insufficiente”. Un messaggio, quest’ultimo, che non farà certamente la gioia dei sovranisti.
La situazione è frutto di una cessione di poteri che però si sono persi nella fase di passaggio, secondo i giudici. Sono state sottratte attività di controllo agli Stati per darle alla Corte dei conti, che però è limitata nella sua gestione. La responsabilità delle verifiche sull’attività di vigilanza bancaria esercitata dalla Bce ossia sulle banche più grandi non compete più alle istituzioni nazionali di controllo, ma è inclusa nel mandato della Corte dei conti europea. La competenza sottratta alle istituzioni nazionali di controllo “non è stata adeguatamente compensata, data l’attuale posizione della Bce riguardo al mandato di verifica”.