Roma – “L’onda verde ci sarà anche in Italia, vedrete sarà una sorpresa”. Le elezioni europee sono lì dietro l’angolo, tutti le giudicano molto importanti, privilegiando però la chiave interna e i rapporti di forza dei governi nazionali.
I Verdi europei ribaltano l’approccio, prendono per mano gli ambientalisti italiani e danno avvio a un percorso che dovrebbe portare in poche settimane a una lista con grandi ambizioni. “I 76 deputati che l’Italia eleggerà saranno determinanti e da oggi diamo il via a un percorso ecologista, europeista e civico – spiega Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei – aperto e plurale come il nostro gruppo a Strasburgo, ma alternativo alle forze populiste e sovraniste così come ai partiti mainstream”, ovvero quelli che in questi anni hanno avuto come faro il patto tra popolari e socialisti.
Clima, energia, diritti, democrazia i capisaldi sui quali puntano i verdi, reduci da una legislatura che ha dato dei risultati. Ora anche in Italia è arrivato il momento di presentare un’alternativa credibile, in grado di superare l’odiato sbarramento del 4 %. Asticella complicata da aggirare senza alleanze ma gli ambientalisti italiani ora ci credono senza pensare a matrimoni che potrebbero snaturare il progetto. Aperti ma senza rinunce e soprattutto uscendo dall’angolo dei “pro o contro Europa” perché “è il modo migliore per rafforzare i sovranisti” dice Frassoni. Alternativi, con un’agenda precisa per ridefinire i rapporti di forza nel prossimo Parlamento e nella Commissione.
In conferenza stampa a Roma lo spiega bene il capogruppo Philippe Lamberts che rilancia l’idea di un’Europa “diversa, più giusta e sostenibile”, non ridotta a governare l’esistente. Insomma se “la battaglia non è già decisa ma tutta da affrontare e se negli ultimi mesi sono cambiate molte cose anche per gli ambientalisti italiani ci saranno prospettive di successo” ha concluso fiducioso Lamberts. Anche se nessuno lo dice appare facile capire che i verdi puntano all’elettorato deluso dal Movimento 5 Stelle, che alla prova dei fatti per loro ha fallito. Per Monica Frassoni è il segno che “il loro è solo un ambientalismo appiccicaticcio”.
La terza gamba dell’onda verde che rinasce in prospettiva europea, coinvolge il territorio con l’adesione di “Italia in Comune”, il progetto politico che schiera ormai centinaia di sindaci e amministratori locali delle liste civiche e guidato da Federico Pizzarotti. “Sui temi ambientali siamo i primi a doverci misurare, spesso con politiche non decise da noi”, ha spiegato il primo cittadino di Parma, indicando la necessità di partire dalle esigenze del territorio per condizionare “una politica nazionale che ha dimenticato completamente proprio i temi dell’ambiente”. Per Rossella Muroni, deputata di Leu, i diritti sociali non devono confliggere con il dovere di salvare il pianeta, quel progetto sostenibile che in Italia manca.
Oltre ai Verdi italiani che hanno rinnovato recentemente i vertici eleggendo i due portavoce Elena Grandi e Matteo Badiali, sarà della partita anche Green Italia, e a sinistra ci sono interlocuzioni ancora in corso mentre altre alleanze sembrano più complicate. Se “Più Europa” è considerata la formazione più in sintonia rimangono delle distanze specie con le frange più liberiste. “Decidano dove stare, noi con Cappato abbiamo condiviso la proposta della carbon tax europea – ci ha risposto Monica Frassoni – aspettiamo con rispetto che facciano il congresso poi si vedrà”.