Bruxelles – C’è ancora molto da fare, ma “siamo sulla buona strada”. Monica Frassoni, co-presidente del Partito dei Verdi europei è ottimista sulla possibilità di riportare il movimento ecologista italiano al voto degli elettori per le prossime europee. Mettendo insieme forze politiche, a partire dai Verdi italiani ma anche altre come Italia in Comune e personalità che si riconoscono nella priorità “della lotta al cambiamento climatico, della democrazia, dell’Europa” e che hanno come riferimento il Gruppo dei Verdi al parlamento europeo, che hanno deciso di lavorare insieme per offrire agli elettori italiani un’alternativa alle forze politiche predominanti. Nonostante la ghigliottina dello sbarramento al 4 per cento, una soglia alta, contro la quale in molti si sono battuti, ma senza successo.
Venerdì a Roma sarà presentata alla stampa questa volontà di esserci, oltre a Frassoni alle 12, all’Hotel dei Borgognoni interverranno Philippe Lamberts, capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Marco Affronte eurodeputato dei Verdi europei, Federico Pizzarotti, presidente di Italia in Comune, Elena Grandi e Matteo Badiali, co-portavoce dei Verdi Italiani, Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di IIC, Rossella Muroni, ecologista e deputata della commissione ambiente e Carmine Maturo, co-portavoce di Green Italia. “Saremo una coalizione, ancora aperta a chi vorrà starci, di partiti, movimenti, gruppi – spiega Frassoni -. Certamente vogliamo cavalcare l’Onda Verde che è partita in Europa alla fine del 2018, ma non solo, vogliamo dimostrare che certe battaglie sono delle forze ambientaliste ma non solo, che c’è anche dell’altro e che va messo insieme se vogliamo puntare ad una lotta per il cambiamento delle politiche sul clima e porre l’Europa come punti centrali del nostro futuro”.
Non sarà facile partecipare a questa campagna elettorale. E’ molto costosa, e per le piccole forze politiche finanziare i propri candidati è quasi impossibile, con collegi così grandi e con le regole di trasparenza europee che impediscono ai partiti europei di finanziare le campagna dei loro associati nazionali. “Ma sentiamo che c’è una grande voglia di partecipare tra i cittadini – racconta Frassoni -: ogni giorno tanta e tanta gente ci contatta, ci chiede di esserci, ci chiede di partecipare. In Italia c’è molto, che esiste e che va messo insieme, dalle esperienze di Riace alle tante nelle scuole del Nord contro la segregazione degli stranieri. Dobbiamo mettere insieme questi pezzi di società, che hanno un filo conduttore ma non ancora la capacità di intrecciare il loro lavoro e le loro aspirazioni per costruire una robusta corda di salvataggio in un Paese che rischia di cadere nel baratro di politiche autoritarie”.