Bruxelles – Economia, geopolitica, finanza. Tanti e tutti diversi gli avvenimenti del 2018 per l’Unione europea e i suoi Stati membri. Non è facile cercare di condensarli tutti insieme, né fare una selezione dei più significativi. Dodici mesi non sono pochi, e non c’è dubbio che quello che volge al termine sia stato un anno ricco di appuntamenti e avvenimenti. A cominciare dall’entrata in servizio di Mario Centeno nella sua nuova veste di presidente dell’Eurogruppo, avvenuta a gennaio. Per finire, purtroppo, con le sparatorie nel mercatino natalizio di Strasburgo in occasione dell’ultima sessione plenaria del Parlamento europeo di questo 2018, che si porta via con sé anche Antonio Megalizzi, ragazzo con la passione dell’Europea e del giornalismo morto troppo presto.
Eunews continua nel suo ormai tradizione esercizio di selezione degli eventi che si ritengono significativi, sempre nel rispetto della formula di questo esercizio. Ecco, dunque, il 2018 dell’Ue dalla A alla Z secondo Eunews:
AUF WIEDERSEHEN MERKEL: il 2018 è l’anno che segna un cambiamento epocale nella storia recente dell’Europa. Il 29 ottobre la cancelliera tedesca, Angela Merkel, annuncia che non si ricandiderà per la presidenza del partito, che ricopre ininterrottamente dal 10 aprile 2000. Lo stesso giorno annuncia di non volersi ripresentare per la carica di cancelliere, che ricopre dal 22 novembre 2005, alle elezioni del 2021. Dopo 13 anni l’era Merkel inizia a volgere al termine. Il 7 dicembre la Cdu riunita in congresso nomina Annegret Kramp-Karrenbauer nuovo presidente del partito.
BULGARIA 2018: per la prima volta nella storia dell’Unione europea la Bulgaria assume la presidenza di turno del Consiglio Ue, undici anni dopo il proprio ingresso nella famiglia europea.
COPYRIGHT: l’Ue si cimenta con la riforma delle regole di tutela dei diritti d’autore, per adeguarle ai tempi che cambiano ed estenderle alla rete. Articoli giornalistici, prodotti audiovisivi, ‘trovate’ ingegnose: le regole per la riproduzione di contenuti telematici si applicano a tutto. A rendere il tutto un ‘evento’ il grande dibattito scatenatosi attorno al provvedimento. L’Ue è stata accusata di mettere bavagli, di spegnere internet, di attentare a libertà fondamentali e democrazia. Autori ed editori: l’attività di lobby da una parte e dall’altra è stata tra le più dichiarate, più agguerrite e più forti di sempre.
DAZI: il 31 maggio l’amministrazione Trump annuncia l’imposizione di dazi alle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%). La misura colpisce anche i prodotti europei. E’ l’avvio della guerra commerciale trans-atlantica. Il 22 giugno la Commissione Ue risponde alle mosse di Trump imponendo dazi a prodotti ‘made in Usa’ di vario genere quali generi alimentari (succhi di frutta), alcolici (whiskey), motociclette. L’Ue solleva il caso al Wto.
E-BOOK: il 2018 è l’anno in cui gli Stati membri dell’Ue equiparano i libri in formato digitale a quelli tradizionali di carta, riconoscendo la possibilità, per chi vuole, di imporre stessa aliquota Iva.
FONTAINE: il 17 maggio muore all’età di 76 anni Nicole Fontaine, seconda e ultima donna a ricoprire la carica di presidente del Parlamento europeo nella storia della Cee e dell’Ue, passaggio e trasformazione di cui è stata testimone e protagonista diretta. Fontaine ha votato la propria carriera politica alla causa europea, lavorando come europarlamentare dal luglio 1984 al luglio 2009, per un totale di oltre 22 anni di mandati, interrotti solo dall’incarico di ministro dell’Industria (giugno 2002-marzo 2004) conferitole da Jacques Chirac. lla testa dell’istituzione comunitaria dal 1999 al 2002 è ad oggi l’ultimo presidente francese del Parlamento europeo. Con un’altra francese, Simone Veil, condivide il primato di presidenta.
GOVERNO A 5 STELLE: le elezioni del 4 marzo portano per la prima volta al governo in Italia il Movimento 5 Stelle, che si impone come primo partito (32,6%). A giugno nasce l’esecutivo di coalizione con la Lega Nord. E’ il primo governo italiano fortemente euro-critico della storia della Repubblica.
HARD-BREXIT: lo spettro di un’uscita del Regno Unito senza alcun accordo con i partner ha accompagnato l’Ue per tutto il 2018, anno che si auspicava potesse segnare il momento dell’intesa per un abbandono ordinato di Londra. Invece, complici le divisioni britanniche, nessun accordo è stato trovato. La bozza di intesa messa a punto dai negoziatori delle parti a novembre non ha trovato il via libera del Parlamento di Westminster, dove la premier britannica Theresa May non ha i numeri. Ha deciso di prendere tempo, e sottomettere la bozza di intesa al voto della Camera dei Comuni a gennaio. Nel frattempo i piani d’emergenza sono stati tirati fuori dai cassetti.
INNOVAZIONE: l’Ue decide di puntare sulle nuove tecnologie. Nel 2018 la Commissione europea vara il piano per le intelligenze artificiali inteso a fare concorrenza ad Asia e Nord America. L’esecutivo comunitario propone agli Stati “almeno” 20 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati entro la fine del 2020, per per poi arrivare a 20 miliardi di euro l’anno da investimenti pubblici e privati nel decennio successivo. Previsto in tal senso il lancio di partenariati pubblico-privati, e l’aumento delle risorse nel prossimo bilancio pluriennale (Mff 2021-2027). Nello stesso momento il Parlamento Ue approva le regole che chiedono agli Stati membri di garantire, per la fine del 2020, una rete di 5G per le connessioni superveloci in almeno una delle principali città di ogni Paese dell’Ue.
JUNCKER: ha fatto il giro del mondo l’immagine del presidente della Commissione europea in sedia a rotelle e non in condizione di reggersi in piedi. Jean-Claude Juncker è stato visto al vertice Nato di luglio barcollare, ciondolare, e successivamente in sedia a rotelle. Per molti effetto dell’alcol. Lui e l’istituzione hanno rispedito le accuse al mittente: il presidente dell’esecutivo comunitario non è un alcolista, ha seri problemi di sciatica. Innocenti fino a prova contraria. Ma l’immagine e la percezione di Juncker hanno risentito dell’episodio.
KURZ: il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha guidato per gli ultimi sei mesi del 2018 i lavori in Consiglio Ue. Con le elezioni del 2017 diventa il più giovane capo di governo nella storia dell’Austria repubblicana (31 anni e 3 mesi), con la presidenza di turno Kurz diviene anche il più giovane leader alla testa dell’organismo comunitario per i sei mesi di coordinamento dell’agenda comunitaria (31 anni e 10 mesi).
LEGGE DI STABILITA’: Roma e Bruxelles vanno allo scontro sui conti. Il governo annuncia una legge di stabilità giudicata troppo espansiva e in violazione dei vincoli e delle regole di bilancio comune. L’Italia non apporta correzioni e il 23 ottobre la Commissione la boccia. E’ la prima volta che l’esecutivo comunitario respinge la manovra con effetto immediato. Il 19 dicembre l’accordo tra Roma e Bruxelles. L’Italia rinuncia a produrre un deficit del 2,4% in rapporto al Pil nel 2019, e lo fissa al 2,04%. La Commissione rinuncia ad avviare la procedura per deficit eccessivo legato al debito.
MARCHIONNE: Il 2018 è l’anno della scomparsa di Sergio Marchionne, artefice della rilancio in grande stile della Fiat e della sua trasformazione in multinazionale dell’auto. Con lui al timone lo storico marchio acquista Chrisler e diventa Fca, che con sedi ad Amsterdam (legale), Londra (fiscale), Torino e stabilimenti in Italia e Polonia, risulta un vero prodotto industriale ‘made in Eu’.
NUCLEARE IRANIANO: l’8 maggio gli Stati Uniti annunciano l’abbandono dell’accordo internazionale sul nucleare iraniano, che prevedeva la rinuncia da parte dei Teheran al programma di arricchimento dell’uranio in cambio di una normalizzazione dei rapporti internazionali. L’Ue risponde alla decisione dell’amministrazione Trump condannando la decisione e offrendo immediatamente piena disponibilità a Teheran per continuare a lavorare insieme al fine di salvare l’accordo internazionale anche senza Stati Uniti.
ONDA VERDE: le elezioni d’autunno segnano l’ascesa dei partiti dei Verdi in Belgio, Germania e Lussemburgo. In tempi scetticismo per i partiti tradizionali, c’è un angolo d’Europa che sceglie l’alternativa pro-europea, non populista, ecologista.
PRIVACY: il 25 maggio entra in vigore il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea, meglio noto con l’acronimo Gdpr. La nuova legislazione impone nuovi e più severi controlli sul rispetto della tutela privacy per i cittadini europei in tutto il mondo.
QE ADDIO: il presidente della Banca centrale europea annuncia la fine del Quantitave easing, il vasto programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce. Avviato a marzo 2015 e concepito per durare fino a settembre 2016, il Qe ha continuato a iniettare liquidità fino a tutto il 2018, anno della conclusione del programma.
RECESSIONE: il 2018 è l’anno che annuncia una nuova recessione alle porte. Le previsioni economiche che la Commissione europea pubblica ad autunno prevedono, nel 2020, Pil in flessione in 24 dei 27 Stati membri dell’Ue (senza il Regno Unito, che potrebbe non essere più nell’Unione per quella data). Un campanello d’allarme da non sottovalutare.
SELMAYRGATE: la Commissione europea viene travolta dallo scandalo del “Selmaygate”, dal nome dell’uomo nominato segretario generale dell’esecutivo comunitario in un modo tanto sospetto quando irrituale. Un gioco di potere interno e in barba alle procedure che incrina e offusca prestigio e credibilità del team Juncker.
TAV: il governo italiano rimette in discussione il progetto di linea ferroviaria veloce Torino-Lione. A inizio dicembre l’avvertimento della Commissione europea: le risorse comunitarie o si usano nei tempi previsti, o vanno restituite.
UNGHERIA E POLONIA: i due Stati membri contro cui l’Ue ha avviato le procedure che possono portare fino alla sospensione dei diritto di voto in seno al Consiglio. Per entrambe l’accusa è la violazione dello stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Ue. Contro la Polonia si era espressa la Commissione Ue già alla fine del 2017, l’Ungheria invece è stata messa in stato d’accusa dal Parlamento europeo il 12 settembre, con l’Aula che si è espressa a maggioranza dei due terzi per avviare le procedure. E’ la prima volta che il Parlamento Ue si esprime in tal senso.
VIGILANZA BANCARIA: il 6 dicembre il Consiglio dell’Ue approva la proposta di nomina di Andrea Enria alla testa del comitato di vigilanza della Bce. Un mandato che avrà inizio dall’1 gennaio, per cinque anni. Con Draghi in scadenza il 31 ottobre 2019, l’Italia si assicura comunque un posto chiave nella Bce.
WEB: il 18 luglio la Commissione europea commina la multa record di 4,34 miliardi di euro a Google (http://europa.eu/rapid/press-release_IP-18-4581_en.htm), per violazione delle regole comunitarie sulla concorrenza. E’ la multa più alta mai decretata dall’Antitrust comunitario.
X: il segno alla voce “quote” per i migranti. A dicembre la Commissione europea si arrende, riconosce che il dialogo politico su meccanismi volontari di ridistribuzioni dei migranti è “si è esaurito del tutto” e chiede di procedere oltre, spacchettando i file legislativi dell’agenda europea per l’immigrazione. X è anche il segno che alcuni Stati membri, Italia compresa, hanno messo all’idea di un accordo globale di gestione dei flussi. Non siamo razzisti, ma semplicemente non li vogliamo.
YEMEN: la più grande crisi umanitaria del mondo è passata tra l’inosservato e l’impossibilità di poter fare qualcosa. Nell’anno che si chiude sono stati stimate 22 milione di persone in condizioni di assistenza umanitaria o protezione. Praticamente i tre quarti della popolazione vive in emergenza, ma l’Europa fa poco. La chiusura delle rotte ha ridotto gli arrivi, comunque mai così alti. Oltretutto le regole comunitarie sono tali da permettere poco. I ricollocamenti (la pratica di farsi accogliere richiedenti asilo da Paesi terzi) sono possibili per nazionalità dei richiedenti con un tasso medio di riconoscimento UE del 75% o superiore. Stando ai dati attuali, sarebbero quindi interessati i richiedenti asilo provenienti da Siria, Iraq e Eritrea.
ZUCKERBERG: il fondatore e presidente di Facebook riferisce in Parlamento europeo sulla scandalo Cambridge Analytica, il più grande caso di violazione della privacy con l’utilizzo dei dati di oltre 50 milioni di utenti, 2,7 milioni dei quali in Europa. Il Parlamento lo incalza, e alla fine, pur non essendo tenuto a farlo, Mark Zuckerberg si presenta a Bruxelles.