Bruxelles – Le emissioni di CO2 delle automobili dovranno essere tagliate del 37,5 per cento nei prossimi dieci anni. Lo prevede l’accordo politico raggiunto tra Parlamento europeo e Commissione europea che fissa i nuovi standard per i produttori.
L’intesa è arrivata dopo 15 ore di confronto serrato e dovrà essere approvata anche dal Consiglio e approvata formalmente dal Parlamento. In base all’intesa le emissioni delle nuove auto dovranno calare del 37,5 per cento entro il 2030 con una tappa intermedia del 15 per cento nel 2025. Per furgoni e piccoli autobus il taglio è limitato al 31 per cento.
Il Parlamento è molto soddisfatto dell’accordo, perché inizialmente la Commissione europea aveva proposto una riduzione del 30 per cento e i deputati chiedevano un obiettivo del 40 per cento. Il gruppo Verdi/ALE in una nota “deplora la mancanza di ambizione dei leader politici nazionali nell’adottare le misure necessarie per affrontare il cambiamento climatico, ma accoglie con favore gli sforzi del Parlamento”.
Bas Eickhout, portavoce dei verdi al Parlamento europeo e Spitzenkandidat alle elezioni europee sottolinea che “dopo lunghe e difficili discussioni con gli Stati membri e la Commissione, il gruppo Verdi/ALE e il Parlamento europeo sono riusciti a raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni delle automobili molto più ambiziosi di quanto inizialmente previsto, e a limitare i crediti proposti per gli ibridi ‘plug-in'”. Secondo il parlamentare “nonostante il recente rapporto dell’IPCC e la mancanza di ambizione mostrata a Katowice, tutto ciò non è semplicemente sufficiente per evitare la catastrofe climatica: stiamo ancora correndo verso il disastro. Il tipo di sforzo mostrato dai governi dell’UE è l’equivalente del passaggio dalla quinta alla quarta marcia mantenendo il piede sull’acceleratore: ti rallenterà un po’ ma non impedirà all’auto di avere un incidente”.
“Eppure, nonostante la riluttanza delle capitali, – conclude Eickhout restando nella sua metafora – il Parlamento europeo ha dimostrato di essere l’unica istituzione al volante sulla strada per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi”.
La socialista Miriam Dalli evidenzia che “abbiamo raggiunto questo accordo nonostante la forte opposizione dell’industria automobilistica e di alcuni stati membri che si sono rifiutati di riconoscere le opportunità derivanti da obiettivi più ambiziosi. Sono convinta che la competitività dell’industria automobilistica sia legata alla sua capacità di innovare”.
Secondo Dalli “ora che è stato raggiunto un accordo provvisorio, non vedo l’ora di vedere gli Stati membri legiferare in favore di proposte più pulite e più ecologiche, che finirebbero per avvantaggiare la nostra salute e il nostro ambiente, traducendo in benefici per i consumatori e l’industria”.