Bruxelles – Il Parlamento europeo non ha dubbi: il primo ministro ceco Andrej Babiš ha un conflitto di interessi tra il suo ruolo di premier e il suo legame con il gruppo Agrofert, di cui è fondatore e tuttora beneficiario, il quale ha ricevuto 82 milioni di euro di fondi europei nel 2017.
La risoluzione, adottata oggi a Strasburgo con 434 voti a favore, 64 contrari e 47 astensioni, chiede la sospensione di tutti i sussidi dell’Ue nei confronti del gruppo. Gli europarlamentari si sono espressi affinché tutti i fondi ricevuti da Agrofert “illegalmente o irregolarmente” siano recuperati, oltre a chiedere che siano condotte indagini in merito.
Ora che il Parlamento europeo ha approvato la suddetta risoluzione, la Commissione UE dovrà prendere provvedimenti in merito, risolvendo il conflitto di interessi del premier Babiš.
“Il voto odierno non potrebbe essere più chiaro: la Commissione europea deve garantire che il conflitto di interessi intorno al primo ministro ceco Andrej Babiš sia risolto. Non c’è dubbio che il sig. Babiš stia violando gravemente la regolamentazione finanziaria dell’UE”, ha dichiarato Ska Keller, copresidente del gruppo Verdi/ALE del Parlamento europeo. “Sono l’immagine e la reputazione dell’UE a risentirne profondamente quando gli oligarchi sono in grado di ‘spremere’ la nostra Unione in cambio di denaro contante. Il tempo per scrivere lettere, pontificare e giocare è finito, la Commissione europea deve porre fine a questo conflitto di interessi”, ha concluso Keller.
“Agrofert controlla anche Mafra, editore di due dei giornali più letti della Repubblica Ceca, estendendo quindi il conflitto d’interesse anche ai media”, ha evidenziato Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo e europarlamentare M5s/Efdd. “Il 18 luglio è entrato in vigore il regolamento 1046/2018, che vieta espressamente di assegnare fondi europei in presenza di casi di conflitto d’interesse. Chiediamo quindi alla Commissione di verificare a fondo i fatti e di agire per far rispettare queste norme, che combattono una vera piaga democratica, con la stessa solerzia e severità che utilizza per affrontare altre questioni. Non vogliamo che i nostri amici cechi subiscano gli stessi effetti disastrosi che abbiamo dovuto subire noi negli ultimi decenni”, ha aggiunto Castaldo, facendo riferimento al caso italiano.