Bruxelles – Germania, Italia, Grecia, Regno Unito. I modelli vincenti di promozione sociale, inclusione, uguaglianza, valorizzazione della cultura arrivano da questi Paesi, che il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha omaggiato col ‘Premio società civile’ in occasione dell’ultima sessione plenaria dell’anno. In comune i cinque vincitori, che l’hanno spuntata sulle 150 candidature provenienti da tutti i 28 Stati membri dell’Ue, hanno il patrimonio culturale europeo. Un valore aggiunto troppo spesso dimenticato.
“Patrimonio e valori culturali dell’Ue hanno un grane potenziale non sfruttato di forza e unità”, ricorda il presidente del Cese, Luca Jahier, nel consegnare i premi ai cinque vincitori. “La cultura può aiutare l’Europa a sormontare i suoi problemi favorendo il dialogo, la fiducia e la coesione”. L’edizione 2018 del premio società civile del Cese, la decima, prevede proprio questo: un tributo a “organizzazioni e personalità il cui impegno civico ha agevolato accesso al patrimonio culturale, contribuendo alla consapevolezza della ricchezza dell’identità europea e promuovendo i valori dell’Ue”. Una sottolineatura non casuale, da parte di Jahier. “Quando ho assunto la presidenza ho detto che una delle mie priorità sarebbe stata rafforzare il ruolo della cultura”.
Il primo premio (14mila euro) va a ‘Sapori del Danubio: il pane unisce’, un progetto dell’associazione Danube Networkers per l’Europa (Germania), che usa il tema del pane come patrimonio culturale immateriale per unire le persone europee nella loro diversità. Il pane è il la pietanza simbolo delle necessità di base per chiunque, e organizzando attività di panificazione e festival aperti a persone di ogni età, etnia e estrazione sociale, il progetto intende aumentare la consapevolezza delle radici culturali comuni nell’area del Danubio e in Europa.
Secondo premio a un altro progetto ‘made in Germany’. Si tratta dell’iniziativa Swans (cigni, in italiano), che organizza seminari di carriera e di leadership per i migliori studenti universitari di sesso femminile provenienti da famiglie di immigrati e donne di colore, con lo scopo di aiutarli a ottenere il lavoro che meritano. Spera di contribuire alla creazione di un mercato del lavoro più inclusivo.
L’Italia finisce sul podio, con il terzo premio conferito alla cooperativa Aria Nuova per il progetto Eco-Museum, che dal 2017 offre alle persone con disabilità mentale la possibilità di sperimentare in prima persona l’arte e il patrimonio culturale, affermando che il diritto alla cultura è universale. “Siamo una delle realtà in Campania a fare rieducazione all’esterno, in collaborazione con le università”, spiega Vincenzo Griffo, a Bruxelles per ritirare il premio del Cese. “Le persone vivono nelle comunità, e in loro abbiamo attivato la cittadinanza attiva attraverso la fruizione dei beni culturali”. Con questo progetto “queste persone che oggi hanno la possibilità di essere cittadini normali”, sottolinea Katia di Santo.
Ancora, l’integrazione dei migranti è l’oggetto al centro dell’attività di ‘Safe passage’ (passaggio sicuro), organizzazione britannica operativa dal 2015 con un solo obiettivo: dare un futuro migliore ai bambini. Si calcola che in tutto il mondo la metà degli 1,2 milioni di persone con necessità di accoglienza urgente siano minori, e solo il 10% di loro sia stato ospitato in altri Paesi. Safe Passage lavora per aprire vie legali e protette di immigrazione per i più piccoli.
Infine il cinema. ‘Balcani senza frontiere’ è l’iniziativa greca che dal 2010 organizza il festival internazionale regionale del cinema, a cadenza annuale. La kermesse riunisce un pubblico eterogeneo proveniente dai Balcani, utilizzando la settima arte come forza per superare le differenze radicate nel passato turbolento della regione.