Roma – Il Comune di Milano dovrà recuperare i 360 milioni concessi dalla società di gestione aeroportuale Sea alla controllata Sea Handling tra il 2002 al 2010 per tentarne un salvataggio.
Lo ha stabilito il Tribunale dell’Unione europea con una sentenza emessa oggi.
La Sea Handling SpA (ora in liquidazione) esercitava attività di assistenza a terra presso gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa, come società interamente controllata da Sea Spa, il cui capitale sociale, fino al dicembre 2011 era quasi interamente detenuto da soggetti di diritto pubblico, tra cui il Comune di Milano.
Dal 2002 al 2010, la Sea ha effettuato degli aumenti di capitale a favore della Sea Handling per un importo totale di 360 milioni di euro. Con decisione del 19 dicembre 2012, la Commissione europea ha ritenuto che queste operazioni costituissero degli aiuti di Stato incompatibili con il mercato interno e ne ha disposto il recupero.
Nel 2013, la Sea Handling (T-152/13), lo Stato italiano (T-125/13) e il Comune di Milano hanno chiesto al Tribunale dell’Unione europea, con ricorsi separati, di annullare la decisione della Commissione. Sea Handling e lo Stato italiano hanno però successivamente rinunciato agli atti, e dunque è rimasta in piedi solo la causa del Comune di Milano. permane solo la causa in esame.
Con la sentenza odierna, il Tribunale ha deciso di rigettare tutti i motivi di ricorso presentati dal Comune di Milano perchè ha ritenuto che la Commissione abbia validamente dimostrato che le decisioni della Sea di compensare le perdite subite dalla Sea Handling costituivano un trasferimento di risorse pubbliche ed erano imputabili al Comune di Milano.
Il Tribunale rileva che le circostanze che il Comune di Milano fosse azionista di maggioranza della Sea e che esercitasse su di essa un controllo costante erano sufficienti per identificare tale società come “impresa pubblica”, e per qualificare gli apporti di capitale da essa concessi alla Sea Handling come risorse pubbliche.
Il Tribunale ritiene, inoltre, avvalorando il ragionamento della Commissione, che un investitore privato non avrebbe agito come Sea per garantire la redditività della propria controllata e che comunque il Comune di Milano non sia riuscito a dimostrare un errore manifesto della Commissione.
Il Comune di Milano avrà due mesi di tempo dalla data della notifica della sentenza per impugnare la decisione del Tribunale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.