Bruxelles – Sulla Brexit e le sue condizioni non si torna indietro, dell’idea di poter approvare l’agenda europea dell’immigrazione per parti separate non se ne parla. Antonio Tajani traccia le linee rosse del Parlamento europeo di cui è presidente, chiarendo le posizioni sui due dossier più caldi dell’agenda comunitaria. In entrambi i casi la posizione politica è chiara: nessuna concessione e nessun compromesso al ribasso.
Il principio vale a cominciare dal delicato dossier sulla Brexit. “C’è disponibilità a ulteriore confronto, ma no a ulteriori concessioni”. Vuol dire che “si può discutere dell’interpretazione dell’accordo di ritiro, ma non sui suoi contenuti”, spiega Tajani a margine dei lavori del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Quello che l’Ue e il suo Parlamento potrebbero accettare è un ripensamento, ammette Tajani. “La Corte di giustizia ha chiarito che il Regno Unito ci può ripensare, e se vuole farlo noi saremmo contenti”. Ma a bocce ferme “fa fede” la bozza di accordo per l’uscita ordinata da Londra dall’Ue trovata dai team negoziali di entrambe le parti.
E’ sull’immigrazione che però Tajani insiste a sfidare gli Stati membri. La Commissione Ue alla fine ha ceduto. Ha capito che non esiste alcun consenso attorno al tavolo dei governi su meccanismi automatici e obbligatori di redistribuzione di quanti sbarcano in territorio comunitario, e ha proposto di spacchettare le diverse proposta di riforma legislativa per far avanzare quelle su cui si crea convergenza. “Noi contiamo di trovare un accordo su tutti i dossier”, taglia corto Tajani. “Non possiamo accettare un accordo al ribasso”.