Bruxelles – Domani la Camera dei Comuni non voterà sull’accordo Brexit perché non c’è una maggioranza che lo approvi, dunque la premier Theresa May ha deciso di rinviare la conta, anche per salvare la sua posizione, rifiutandosi di fissare per ora una nuova data e annunciando l’intenzione di tentare una sorta di ‘negoziato d’emergenza’ con Bruxelles.
“Dopo tre giorni di dibattito che ho seguito con grande attenzione – ha detto May parlando in Aula – è emerso che c’è un largo appoggio su aspetti chiave, ma c’è una grande distanza sulla questione del confine irlandese. In queste condizioni domani l’accordo sarebbe largamente bocciato e non mi sembra il caso di dividere l’Aula ora”. Una decisione che ha fatto arrabbiare il presidente dell’Aula, John Bercow, il quale ha sottolineato che “dopo 164 interventi di parlamentari nel dibattito è scortese cancellare il voto”.
May, mentre la sterlina precipitava sui mercati al livello più basso da 20 mesi, ha dunque promesso che “prima del vertice dei capi di Stato e di governo” che si terrà giovedì e venerdì andrà a Bruxelles per incontrare i negoziatori e la Commissione per vedere di trovare “assicurazioni” sulla questione del backstop sul confine irlandese spiegando che “quelle previste dal testo dell’accordo non sono state sufficienti per i membri di questa Aula”. La premier ha anche affermato di aver già parlato con alcuni leader europei durante il fine-settimana, evitando però di riferire i contenuti di questa conversazioni. Secondo i primi segnali giunti dai leader dei 27 potrebbero essere possibili solo “piccoli aggiustamenti” al testo dell’accordo, ma la sostanza resterebbe la stessa.
AGGIORNAMENTO (10 dicembre)
La mattina del 10 il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker conferma: “Non c’è spazio per rinegoziare, ma ulteriori chiarimenti sono possibili”.
I will meet @theresa_may this evening in Brussels. I remain convinced that the #Brexit deal we have is the best – and only – deal possible. There is no room for renegotiation, but further clarifications are possible.
— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) December 11, 2018
Circa la data di un nuovo voto parlamentare, May non si è pronunciata, dicendo che della questione discuterà con i leader dei 27, ma che vuole arrivarci “il più rapidamente possibile”.
Secondo il leader labour Jeremy Corbin il governo “ha perso il controllo sugli eventi”, ripetendo che questo accordo “è un danno per il Paese e per l’economia”. Se la premier “non sarà in grado di rinegoziare questo accordo – ha concluso – dovrebbe presentare le sue dimissioni”.
Sammy Wilson, il portavoce per la Brexit del partito unionista irlandese Dup (che con i suoi dici voti ha permesso la nascita di questo governo) è intervenuto in Aula dicendo che ogni volta che May ritorna da Bruxelles “ha la coda tra le gambe” e “umilia” il popolo britannico. Ha dunque chiesto di avere la possibilità di votare l’accordo.
May ha insistito nello spiegare ai deputati che “questo accodo è quello giusto” e che “se questo parlamento vuole arrivare alla Brexit”, e se vuole “arrivare ad un accordo deve essere pronto a fare un compromesso”.
Sulla questione di un secondo referendum la premier ha ribadito il suo ‘no’, anche perché “rischia di dividere ancora il Paese”.
Circa la sentenza della Corte di giustizia europea che oggi ha sentenziato che la decisione di attivare l’articolo 50 del Trattato sull’Unione è reversibile unilateralmente fino alla ratifica dell’accordo di separazione, May ha detto rispondendo a una deputata che questo “non è un sistema per soluzioni a breve (che dunque non si può usare per prendere tempo in un negoziato e poi riattivarlo, ndr) , ma vorrebbe dire tornare indietro sulla decisione di lasciare l’Unione europea”.