Bruxelles – Il governo belga va in frantumi sull’immigrazione. L’intenzione del primo ministro Charles Michel di firmare l’accordo mondiale per la gestione del fenomeno, induce i nazionalisti fiamminghi della N-Va a uscire dall’esecutivo federale, aprendo la strada a un fine di legislatura più che incerto. Il regno ha adesso un governo di minoranza, con maggioranze da ricercare di volta in volta in Parlamento. Michel esclude elezioni anticipate e procede alla riassegnazione dei portafogli lasciati liberi dalla N-va, tra le formazioni ancora in carica: Mr (liberali francofoni), Open Vld (Liberali fiamminghi) e Cd&V (cristiano-democratici fiamminghi).
Didier Reynders (Mr), già ministri degli Esteri, diventa anche responsabile per la Difesa. Al vice primo ministro Alexandre De Croo (Open Vld) va il ministero delle Finanze; Maggie De Block, già ministro della Salute, diviene responsabile anche per l’Immigrazione; Pieter De Crem ( Cd&V) viene messo a capo degli Affari interni e della sicurezza; Philippe De Backer (Open Vld) è il nuovo ministro delle Telecomunicazioni e dell’agenda digitale.
Potere d’acquisto e politica socio-economica forte, sicurezza e giustizia, politica climatica sono i tre assi portanti dell’agenda del nuovo governo di Charles Michel, deciso a portare a termine la legislatura. Una scommessa, visto che le forze di opposizione non sono disposte a fare concessioni. I socialisti aspettano le proposte di governo al varco. “I Verdi non saranno la via di fuga di un governo a pezzi”, dice il co-presidente del partito, Jean-Marc Nollet, mentre per il capo di Cdh (cristiano-democratici francofoni), “un’estensione di un governo esausto sarebbe del tutto inaccettabile”.
Intanto un altro Stato membro dell’Unione europea vive con sempre maggiore difficoltà politica la questione dell’immigrazione. Già i Paesi dell’est, più Austria e Italia, si sono rifiutati di sottoscrivere il Global Compact, il patto dell’Onu per l’immigrazione. Michel ha voluto evitare di seguire le orme dei Paesi di Vysegrad ed è andato avanti. Non senza pagare dazio.