Bruxelles – Il Regno Unito ci può ripensare, può tornare indietro ed evitare la Brexit senza dover negoziare niente con nessuno. La revoca delle procedure di uscita dall’Ue, al pari della loro attivazione, è “una decisione sovrana”, secondo la Corte di giustizia dell’Ue, che sposa l’interpretazione giurisprudenziale dell’avvocato generale e apra la strada a nuovi, inediti scenari politici.
Domani è atteso il voto del Parlamento britannico sulla bozza di accordo per l’uscita di Londra dal club a dodici stelle. Westminster è spaccato, e la premier Theresa May avrebbe seri problemi a trovare i numeri necessari per far passare il testo. Ora il pronunciamento dei giudici di Lussemburgo potrebbe contribuire a non far raggiungere i numeri legali.
La sentenza della Corte chiarisce che Londra può decidere autonomamente di ripensarci e invertire il processo di abbandono dell’Ue a due condizioni: non c’è alcun accordo di uscita, o un tale accordo c’è ma non è ancora entrato in vigore. Questo implica che gli esponenti delle forze politiche decise a rimanere in Europa hanno una ragione in più per far naufragare il testo in Parlamento.
A quel punto Londra, stando ai giudici, non dovrà fare altro che indire un secondo referendum (vincerlo, ovviamente), mettere nero su bianco che non si esce più, e il gioco è fatto. “La revoca deve essere stabilita seguendo un processo democratico nel rispetto dei requisiti costituzionali nazionali”, si legge nella sentenza.
Dopo due anni di negoziati, tira e molla politici, alla fine potrebbe non succedere niente. La revoca della notifica dell’intenzione di uscire, sottolineano i giudici della Corte Ue, riflette una decisione sovrana per mantenere il suo status di Stato membro dell’Unione europea, “uno status che non è né sospeso né alterato da tale notifica”. Insomma, tanto rumore per nulla. Se i britannici dovessero decidere di avvalersi delle nuove possibilità offerte dai giuristi grazie alle lacune del diritto comunitario.
L’articolo 50 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, quello invocato dal Regno Unito per annunciare le intenzioni di uscire, non vieta né autorizza espressamente la possibilità di invertire un processo. In assenza di disposizioni chiare, si è stabilito che anche il ripensamento è un atto legittimo di uno Stato indipendente e sovrano, come tale non soggetto ai veti e ai voti di nessun altro. Decidere di rimanere è teoricamente dunque più semplice.