Bruxelles – Collaborazione e allerta reciproci tra i Paesi dell’Unione europea contro la disinformazione online, che arriva soprattutto dalla Russia, che punta a minare le elezioni europee del prossimo anno. E’ quanto prevede un sistema di difesa lanciato oggi dalla Commissione europea.
L’unione ha anche sollecitato Facebook e altre piattaforme di social media a rispettare gli impegni presi per garantire pubblicità politica trasparente: chiudere account falsi, segnalare “robot” flag e cooperare con i fact-checker.
La campagna arriva tra i crescenti timori che Russia e altri paesi stiano lavorando a diffondere fake news online per causare divisioni politiche e favorire l’estremismo. “Dobbiamo essere uniti e unire le nostre forze per proteggere le nostre democrazie dalla disinformazione”, ha affermato Andrus Ansip, vicepresidente dell’Ue per il mercato unico digitale presentando il progetto. “Abbiamo visto tentativi di interferire nelle elezioni e nei referendum, con prove che indicano la Russia come fonte primaria di queste campagne”, ha denunciato il commissario.
Mosca, ha specificato Ansip, “investe un enorme budget di 1,1 miliardi l’anno a sostegno della disinformazione, e la fabbrica dei trolls di San Pietroburgo impiega 1.000 persone a tempo pieno”.
L’alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione Federica Mogherini ha sostenuto che “una democrazia sana si basa su un dibattito pubblico aperto, libero ed equo. È nostro dovere proteggere questo spazio e non permettere a nessuno di diffondere disinformazioni che alimentano l’odio, la divisione e la sfiducia nella democrazia”.
La Commissione europea propone da marzo prossimo l’adozione di un sistema in cui organismi e stati membri dell’Ue si segnalino a vicenda quando scoprono casi di disinformazione in tempo reale. Il sistema condividerà i dati e le analisi sulle campagne elettorali promuoverà ciò che l’Unione riterrà essere comunicazione obiettiva sui suoi valori e politiche. Il piano farà crescere da 1,9 milioni a 5 milioni di euro il bilancio della Commissione per la lotta alla disinformazione, al fine di assumere personale ed acquisire strumenti tecnici adeguati alla sfida.
Da gennaio a maggio, le piattaforme online come Facebook dovranno riferire mensilmente alla Commissione del lavoro svolto, ammonite del fatto che l’esecutivo europeo potrebbe intraprendere un’azione “normativa” se le piattaforme online non riuscissero a seguire correttamente le loro promesse quando hanno firmato un Codice di buone pratiche il mese scorso.