Bruxelles – Eurozona, indietro tutta. La ripresa mai veramente robusta tanto decantata negli ultimi anni, perde il suo abbrivio. Gli ultimi dati sulla disoccupazione diffusi da Eurostat certificano la nuova ondata di sofferenza dei Paesi con la moneta unica. Qui, a Eurolandia, nell’ultimo mese sono andati bruciati 12mila posti di lavoro, e sempre tra settembre e ottobre sono rimasti senza lavoro 32mila giovani. Segnali che certificano l’inversione di tendenza, e che sconfessano la validità fin qui decantata delle politiche adottate a livello nazionale e comune.
L’istituto di statistica europea, nel presentare i dati di ottobre, parla di indici “stabili” rispetto a quelli del mese precedente. Vero, se si guarda i valori percentuali. Il tasso di senza lavoro resta al 6,7% nell’Europa a 28 e all’8,1% nell’Europa a 19. Ma le cifre assolute mostrano invece il segno “meno”. Nell’Area euro si registrano 13.172.000 disoccupati, erano 13.160.000 a settembre. Se complessivamente nell’Ue i disoccupati decrescono (-4.000), per gli under 25 le cose vanno male. Sono rimasti senza impiego 34mila giovani in tutto il territorio dell’Ue, 32mila dei quali nei Paesi della moneta unica.
L’emorragia lavorativa continua in Italia, dove tra settembre e ottobre aumenta di 64mila unità il numero dei disoccupati. Un dato che si aggiunge a quello non roseo di 81mila nuovi disoccupati già registrato tra agosto e settembre. Vuol dire 145mila disoccupati in due mesi. Da queste frenate del sistema Paese non restano esenti i giovani: anche per questa categoria di persone la quota di senza lavoro è aumentata tra settembre e ottobre sia in termini percentuali (+0,1%, al 32,5%) che in termini assoluti (+4mila, a 497mila). Complessivamente quello italiano è il secondo tasso di disoccupazione più alto dell’Eurozona e di tutta l’Ue (10,6%), dopo quello spagnolo (14,8%, non disponibile il dato ellenico).