Bruxelles – Da sempre motivo di preoccupazione per ogni famiglia che si rispetti. Una missiva che mai si attende, e che puntualmente il postino lascia nella buca delle lettere. Sì, è la lei, la bolletta. Arriva regolarmente il momento di regolare il conto per la luce, con la paura di trovarsi di fronte a veri e propri salassi. Quanto costa l’elettricità? Dipende dai consumi, certo. Ma pure dalle tasse che si applicano al semplice costo dell’energia. Se può risultare difficile capire la composizione del costo per 100 chilowattora, Eurostat aiuta a fare chiarezza. Ecco allora che il costo medio totale nell’Ue è di 0,20 euro, per quasi la metà del prezzo finale che se ne va tra tasse e accise (0,08 euro).
Nella prima metà del 2018, secondo i dati diffusi oggi, quella italiana (0,20 euro per 100 kwh) è stata la settima bolletta più cara d’Europa, dietro Danimarca, Germania, Belgio, Spagna, Irlanda e Portogallo. Scomponendo la spesa, il costo elettrico in Italia al netto delle imposte nello Stivale si è pagato 0,12 euro, con i balzelli di vario tipo (Iva e affini) che pesano per il 40% delle tariffe imposte alle famiglie. Se gli italiani hanno motivo di storcere il naso, possono però consolarsi pensando che in Paesi quali la Danimarca si paga più di tasse che di elettricità (0,10 euro per 100 kwh senza tasse, 0,31 euro incluse queste ultime). Nel Paese scandinavo il fisco vale il 67% del costo elettrico, tasso che in Germania tocca quota 55% e in Portogallo il 54,5%. Insomma, l’Italia finisce sul podio delle famiglie più tartassate d’Europa al momento del pagamento della bolletta elettrica. Un primato di cui probabilmente gli italiani farebbero volentieri a meno.