Di Daniele Vendemini
Il testo approvato dal Parlamento Europeo il 5 ottobre 2017 relativo ai sistemi carcerari e le condizioni di detenzione (2015/2062(INI)) restituisce un quadro della situazione carceraria europea, e delle azioni migliorative necessarie se non urgenti: deplora il sovraffollamento, assai diffuso nelle carceri europee; è allarmato per i nuovi livelli record di sovraffollamento in alcuni Stati membri. Inoltre sottolinea che, secondo l’edizione delle Statistiche Penali Annuali del Consiglio d’Europa del 14 marzo 2017, il numero di detenuti continua a superare il numero di posti disponibili, in un terzo degli istituti penitenziari europei; esorta, quindi, gli Stati membri ad attenersi alle raccomandazioni del Libro bianco del Consiglio d’Europa sul sovraffollamento delle carceri (28 settembre 2016) ed alla Raccomandazione R(99) del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (30 settembre 1999), riguardante il sovraffollamento delle carceri e la crescita della popolazione carceraria. Inoltre, invita gli Stati membri ad istituire sistemi e banche dati per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni carcerarie dei detenuti ed a garantire una loro più efficace distribuzione.
Infine, invita la Commissione a pubblicare relazioni dettagliate sulla situazione nelle carceri in Europa ogni cinque anni dall’approvazione della presente relazione di iniziativa, allegata ad un’analisi approfondita sul livello di istruzione e formazione fornite ai detenuti ed una valutazione dei risultati (compresi i tassi di recidiva) conseguiti applicando misure alternative alla detenzione.
È urgente che gli Stati membri ratifichino il Protocollo opzionale, auspicando che i deputati nazionali abbiano la prerogativa di ispezionare i luoghi di detenzione e visitare i detenuti, così come già accade in Francia, Italia e Polonia.
In particolare, si rende necessario effettuare i controlli nelle REMS (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), strutture sanitarie per l’accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Esse hanno funzioni terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative, con permanenza transitoria ed eccezionale, destinate unicamente a persone internate in virtù di una misura di sicurezza psichiatrica (al momento, sia essa definitiva che provvisoria).
Rispetto all’anno 2017 i pazienti con una misura di sicurezza provvisoria sono saliti a 274, aumentando del 22% e arrivando ad essere il 45,7 % del totale.
Dal punto di vista della raccolta dati, il sistema SMOP (Sistema Informativo per il Monitoraggio del Superamento degli OPG e dei Servizi di Sanità penitenziaria), permette di monitorare lo “stato di salute” delle REMS.
Al 15 marzo 2018 i numeri restano perfettamente in linea con l’anno precedente. Nelle 30 REMS italiane sono ricoverate 599 persone, di cui 54 donne (il 9%, percentualmente quasi il doppio delle donne detenute in carcere). Il numero di presenze corrisponde ai posti disponibili e questo permette di sottolineare l’ammirevole “resistenza” da parte dei servizi sanitari nel non eccedere il numero massimo di posti previsto, evitando il sovraffollamento.