Bruxelles – Prima era un “no”, ora è un “forse sì” quello di Theresa May. Con un inaspettato voltafaccia, la premier britannica si trova a valutare una proposta presentata dai duri e puri della Brexit, quelli che chiedono un’uscita il meno vincolata possibile all’Unione europea, che consiste in soluzioni tecnologiche atte a mantenere un confine invisibile tra Gran Bretagna e Irlanda. In un primo momento l’idea era stata cestinata. Ora, si legge sul Guardian, un portavoce di Downing street avrebbe reso nota la volontà di discutere di “preparativi alternativi per evitare un confine rigido”.
Stando sempre alle fonti, appunto, si starebbe valutando un’altra via d’uscita sulla questione dell’hard border, messa a suo tempo sul piatto ma subito scartata da May: la ‘maximum facilitation’. Questa consisterebbe in un accordo doganale semplificato, che significa che la frontiera Ue-Uk c’è ma è volta a causare il minor attrito possibile tra le due parti.
Il motivo del “ripescaggio” è ovviamente riconducibile al tentativo della premier di evitare che sopraggiungano altre firme al Comitato 1922 da parte dei parlamentari conservatori, raggiungendo la temuta quota 48, che risulterebbe nell’avvio del processo per il voto di sfiducia alla premier.
Per ora le lettere firmate sembrano essere 26, ma c’è anche la possibilità che altre siano state presentate privatamente, o almeno così sostengono i parlamentari britannici più euroscettici.
Domani pomeriggio May sarà in ogni caso a Bruxelles per incontrare il presidente dell’esecutivo europeo, Jean-Claude Juncker, per discutere riguardo alla dichiarazione politica sulla futura relazione tra Unione europea e Regno Unito, che sembra essere ormai praticamente finalizzata.