Bruxelles – L’Unione europea è terra di piccole, anzi minuscole imprese. Il 92,8 percento delle Pmi, in effetti, vede impiegate meno di dieci persone (microimprese). Per contro, solo lo 0,2 percento del totale delle imprese europee ha un personale uguale o superiore a 250 unità, numero oltre il quale si parla di grandi imprese (dati del 2015).
I numeri emergono da un report di Eurostat, il servizio di informazione statistica dell’Unione europea, pubblicato oggi e basato sull’analisi delle informazioni disponibili sulle piccole e medie imprese in Ue.
Si consideri che il 66,4 percento delle persone impiegate nelle imprese non finanziarie lavora per una impresa media, piccola o micro. Le Pmi forniscono quindi ben due terzi dei posti di lavoro nel settore privato, contribuendo a più della metà (3.934 miliardi di euro) del valore aggiunto totale creato dalle imprese dell’Unione. E le micro imprese, in particolare, creano più ricchezza di quanta ne creino le medie o le piccole.
Nel 2015 erano presenti in Ue 23,4 milioni di imprese non finanziarie, vedendo impiegati 91 milioni di persone. Il contributo economico delle Pmi risulta particolarmente rilevante a Malta, Cipro e Estonia, dove le imprese medie e piccole fornisce più dei tre quarti del valore aggiunto totale.
Il rapporto è stato pubblicato oggi in occasione dell’inizio della European SME Week, che promuove l’imprenditorialità europea.