Bruxelles – I flussi di migranti irregolari verso l’Unione europea sono scesi, da gennaio a ora, del 31 percento rispetto allo stesso periodo del 2017. Mancano meno di due mesi alla fine di un anno, un 2018 che sembra apprestarsi ad essere quello con il più basso numero di arrivi illegali dal 2013, stando ai dati comunicati da Frontex, l’Agenzia Ue della guardia di frontiera e costiera. Circa 118.900 immigrati sono giunti quest’anno in Europa, nettamente meno se confrontati con quelli degli anni passati, e il motivo risiede principalmente nella più bassa pressione migratoria nel Mediterraneo centrale, in quella fetta di bacino che bagna la nostra Penisola.
A settembre, il numero di migranti che sono giunti in Ue attraversando il Mediterraneo nella sua area centrale si attesta all’incirca sugli 800 individui: l’87 percento in meno rispetto a ottobre dell’anno scorso. Lungo questa rotta, il numero di irregolari individuati dall’inizio del 2018 a ora è sceso a 21.600, l’81 percento in meno rispetto al 2018.
Per quanto riguarda la fetta di Mediterraneo occidentale, il mese scorso la rotta che lo attraversa è stata percorsa dal 60 percento del totale dei flussi verso l’Europa. Sono 9.400 i migranti illegali che in ottobre vi sono passati più del doppio rispetto all’anno scorso nello stesso mese. Raddoppiata è anche la cifra totale da gennaio a ora, che raggiunge i 45.900 individui, raffrontata con il dato del 2017.
Il lato orientale del bacino è stato invece utilizzato da 5.700 irregolari lo scorso mese, numero pressoché invariato rispetto all’anno scorso. Sul totale da inizio 2018, invece, si è assistito a un incremento del 37 percento di arrivi registrati, arrivando a contare 47.100 persone circa. In quest’area, molti dei migranti hanno percorso la rotta via terra attraverso la Turchia; il confine marittimo ha conosciuto un incremento più basso rispetto a quello terrestre. La maggior parte degli individui lungo questa direttrice risulta proveniente da Siria e Iraq, anche se negli ultimi due mesi questi sono stati superati dalla popolazione afgana. Altri paesi da cui provengono i flussi più intensi sono Eritrea e Tunisia.
Infine la rotta che arriva in Europa dai Balcani occidentali, che dalla Serbia fino a Ungheria a Croazia e che è caratterizzata dai flussi di migranti più bassi. Una rotta parallela, che passa da Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina, continua in ogni caso a essere colpita dalle pressioni migratorie.