dall’inviato
Strasburgo – L’Aula del Parlamento europeo avvisa la Romania: sullo Stato di diritto si sta giocando un gioco contrario alla regole dell’Ue, e se non si inverte la rotta si è pronti a intervenire. L’Eurocamera approva la risoluzione che riconosce violazione di diritti e valori fondamentali, ma le principali forze politiche decidono per la linea blanda. Da Strasburgo poteva uscire un testo molto più forte, ma per questa volta si è voluto lanciare un avvertimento. Popolari (Ppe), Socialdemocratici (S&D), Liberali (Alde), Verdi e Sinistra unitaria (Gue) hanno promosso e co-firmato la mozione, e l’hanno portata in plenaria. Qui questi gruppi messi assieme hanno i numeri per approvare di tutto, eppure tutti gli emendamenti ‘pesanti’ al testo a firma Verdi e S&D non sono passati. Chiaro avvertimento politico: le opzioni severe sono comunque finite sul tavolo, e potrebbero finirci ancora, e se non si cambia.
L’emiciclo comunque esprime a grande maggioranza (473 favorevoli, 151 contrari) una “profonda preoccupazione” per l’intenzione del governo di Budapest di rivedere il sistema normativo in modo da non permettere alla magistratura di agire contro la corruzione, storico tallone d’Achille dei romeni. E poi si riconosce l’esistenza della “possibilità di compromettere in modo strutturale l’indipendenza del sistema giudiziario” in Romania. Chiede inoltre lumi “indagini trasparenti, imparziali ed efficaci” sulle azioni della polizia antisommossa in occasione delle manifestazioni dello scorso agosto. Si mette il governo di Bucarest sotto pressione su più fronti, compreso quello della libertà di stampa, laddove si ricorda che “la denuncia di irregolarità è parte essenziale del giornalismo investigativo e della libertà di stampa”.
Cadono gli emendamenti che criticavano la cooperazione tra servizi segreti e magistratura, motivo di richiesta esplicita di intervento delle alte cariche istituzionali romene per l’ingerenza nel potere giurisdizionale, la rimozione del procuratore capo delle direzione nazionale anti-corruzione, il controllo dell’informazione radio-televisiva pubblica. Tutti provvedimenti che avrebbero aggravato la posizione della Romania di fronte ai partner europei, tutti emendamenti contenenti dei dubbi sull’esistenza di determinate realtà comunque percepite. Ma l’obiettivo di questo voto non è mettere in stato d’accusa il Paese che dal primo gennaio assumerà la presidenza di turno dell’Ue, solo richiamarla all’ordine e farne un sorvegliato speciale. Sarà adesso la Commissione europea a dover soddisfare “la necessità di un processo regolare, sistematico e obiettivo di monitoraggio” che il Parlamento europeo ravvisa.