Bruxelles – Secondo stime dell’Ania – l’associazione delle imprese di assicurazione, la cui presidente Maria Bianca Farina è stata sentita dalle commissione Bilancio di Camera e Senato – il 78% delle abitazioni è esposto a un rischio medio-alto o alto di terremoto o alluvione. Nonostante ciò, “il finanziamento pubblico alla ricostruzione del patrimonio immobiliare non è prestabilito per legge, ma deciso ex post mediante stanziamenti non pianificati, con risultati di norma inferiori alle attese”, ha rilevato la presidente dell’Ania.
Che fare, dunque? Costruire un sistema “con adesione obbligatoria”, perché invece attualmente siamo di fronte ad atteggiamenti volontari, peraltro assai limitati, con copertura assicurativa di appena il 3% delle abitazioni. Invece la costruzione di un “sistema strutturato” garantirebbe – secondo l’Ania – tempi certi e ragionevoli di risarcimento del danno e opportune modalità di finanziamento delle ricostruzioni. In soldoni? Risposta: “Ipotizzando uno schema assicurativo catastrofale che tenga conto delle specificità del territorio e della propensione all’assicurazione del nostro Paese, un sistema con adesione obbligatoria comporterebbe un costo pro capite opportunamente mitigato grazie alla maggiore diffusione e alla mutualizzazione tra rischi più o meno elevati e dislocati in aree diverse. In definitiva, il premio medio sarebbe attorno ai 100 euro all’anno per 100.000 euro di somma assicurata, mantenendo comunque delle differenze a seconda delle diverse rischiosità del territorio e dell’abitazione, accorpate in un numero limitato di classi di rischio”.