Roma – Il governo italiano non ha mai detto no al prestito di 8oo milioni per opere contro il dissesto idrogeologico che erano stati concordati con la Banca europea degli investimenti (Bei) dalla task force ‘Italia Sicura’, sciolta a luglio. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo al question time alla Camera dei Deputati. Il premier, che in qualche modo ha smentito le posizioni assunte dal ministro dell’Ambiente Raffaele Costa, che prima aveva detto no ai finanziamenti salvo poi ripensarci, garantisce che “l’interlocuzione al momento è in corso e ci potrà tornare utile per gli ulteriori progetti che potranno essere elaborati e presentati dalle Regioni”. Ma al momento ‘quegli 800’ milioni non servono.
Allo stato attuale, ha spiegato Conte, “tutti i progetti per contrastare il dissesto idrogeologico sono coperti con appositi fondi presso il ministero dell’Ambiente” mentre “per i progetti di carattere strutturale, il Mef ha istituito un apposito fondo nel prossimo triennio, pari a 900 milioni in concorrenza con le risorse ordinarie del ministero dell’Ambiente per mitigare il dissesto idrogeologico”.
Per affrontare lo stato di emergenza, richiesto da 11 regioni a seguito dell’ondata di eccezionale maltempo che ha colpito l’Italia, il Consiglio dei Ministri, ha detto “destinerà 53,5 milioni dal fondo per le spese impreviste e altri 100 dal fondo esigenze indifferibili”.
Le opposizioni ovviamente contestano Conte e soprattutto le scelte sul riassetto idrogeologico. Per Forza Italia il governo “è in confusione e Conte si è limitato a un compitino”; per Liberi e Uguali “il premier ha smentito il suo ministro dell’Ambiente” mentre il Pd condanna, ancora una volta, la chiusura di ‘Italia Sicura’: “Avete liquidato un ente utile che serviva al Paese”, ha detto il capogruppo Graziano Delrio.