Bruxelles – Entro un paio d’anni i servizi di media audiovisivi europei dovranno proteggere, meglio, i minori, evitare contenuti violenti o con incitamenti all’odio, promuovere la diversità culturale e dovranno avere almeno il 30% di contenuto europeo nel catalogo dei fornitori di servizi a richiesta.
E’ il risultato di una nuova normativa, proposta dalla Commissione europea nel 2016 in riforma della precedente legislazione del 2010, e che è stata poi discussa ed approvata dal Parlamento europeo ed oggi definitivamente varata dal Consiglio. Le nuove regole entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzette ufficiale e gli Stati membri avranno poi 21 mesi di tempo per recepirla.
Le piattaforme di condivisione video saranno dunque per la prima volta soggette a regole che garantiranno una migliore protezione degli spettatori, e in particolare dei minori, da contenuti violenti o dannosi o discorsi di incitamento all’odio.
L’obiettivo della nuova regolamentazione è stato guidato dalla necessità di garantire parità di condizioni tra il settore radiotelevisivo tradizionale, vale a dire la televisione, e nuovi servizi quali servizi di video a richiesta, piattaforme per la condivisione di video e i contenuti audiovisivi dei social network, “al fine di tutelare meglio gli spettatori, incoraggiare l’innovazione e promuovere i contenuti audiovisivi europei”.
Le nuove norme:
- creeranno parità di condizioni tra tutti gli operatori per quanto concerne la tutela degli spettatori, indipendentemente dal servizio che forniscono e dalla piattaforma che usano. Ciò significa che gli utenti beneficeranno del medesimo livello di protezione quando guardano un film sulla televisione tradizionale o mediante servizi di televisione a richiesta. Inoltre, la protezione dei minori e di tutti gli utenti dai contenuti violenti o nocivi, nonché dall’incitamento all’odio, sarà migliorata introducendo una chiara responsabilità per le piattaforme per la condivisione di video. Gli Stati membri, tramite le loro autorità nazionali di regolamentazione del settore audiovisivo, potranno intraprendere azioni nei confronti degli operatori che non rispettano le norme
- aumenteranno la diversità culturale e promuoveranno i contenuti europei, dal momento che i fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta dovranno garantire che i loro cataloghi si compongano per almeno il 30% di contenuti europei e che questi siano posti in rilievo in modo opportuno
- sbloccheranno risorse da investire nella produzione di contenuti europei, dal momento che gli Stati membri potranno chiedere un contributo finanziario alle televisioni e ai fornitori di servizi di media a richiesta, inclusi quelli con sede in un altro Stato membro, con esenzioni che potrebbero facilitare la vita alle start-up e alle piccole imprese
- miglioreranno la cooperazione tra le autorità audiovisive degli Stati membri tramite il rafforzamento del gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA) e la definizione del suo ruolo nel diritto dell’UE
- garantiranno flessibilità, dal momento che gli Stati membri potranno adattare le norme alle circostanze nazionali e persino adottare norme più severe se lo desiderano.