Bruxelles – Asia Bibi si trova ancora in carcere. La donna cristiana, condannata all’impiccagione ormai otto anni fa per blasfemia (con l’accusa di aver offeso il Profeta Maometto), è stata assolta lo scorso 31 ottobre dalla Corte Suprema in Pakistan. Pur essendo, in base alla sentenza, una persona tecnicamente libera, si trova ancora dietro le sbarre, ufficialmente per una misura di protezione.
La notizia della sua liberazione ha acceso le proteste islamiche, che chiedono l’esecuzione della condanna nei suoi confronti. Intanto il governo ha accettato che la pubblica accusa, rappresentata da un procuratore fondamentalista, possa presentare ricorso contro l’assoluzione. Non sarebbe la prima volta che una persona assolta dall’accusa di blasfemia in Pakistan venga poi assassinata, così come i suoi sostenitori, da gruppi estremisti islamici.
“La nostra vita è in pericolo, abbiamo difficoltà anche a trovare da mangiare”, ha affermato il marito di Asia, Ashiq Masih, lanciando un appello all’Italia e chiedendo asilo politico al nostro Paese. Lo scorso 24 febbraio l’uomo e una figlia si erano recati a Roma in occasione di “Colosseo rosso”, manifestazione in favore dei perseguitati per la loro fede.
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha oggi invitato la famiglia di Asia Bibi ad un incontro. Per far sì che ciò sia possibile, chiede alle autorità pakistane di rilasciare i documenti necessari per il viaggio.
https://twitter.com/EP_President/status/1059783012790030337
Tajani non è il solo ad essersi fatto sentire tra gli italiani. “Mi rivolgo a voi, in qualità di capo della delegazione degli europarlamentari del Partito Democratico, per sollecitare un’azione del Governo italiano in favore di Asia Bibi”, si legge nella lettera di Patrizia Toia, capodelegazione Pd al Parlamento europeo. Il testo, inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, è un appello all’Italia, la quale “deve farsi portavoce della difesa dei diritti umani, principio caposaldo dei valori europei e fungere da esempio per tutti i Paesi, offrendo asilo politico ad una donna che sta ingiustamente rischiando la pena capitale”.
“Già da più parti (Francia, Spagna, Gran Bretagna) si stanno facendo sentire le voci della società civile”, continua Toia, “che anche in Italia ha raccolto firme a sostegno di una petizione inviata al governo chiedendo di dare asilo politico alla donna e alla sua famiglia”. L’europarlamentare auspica che l’appello “trovi il supporto del Governo italiano e che si possa concretizzare in un’azione immediata e risolutiva”.
Anche Matteo Salvini ha espresso la sua solidarietà nei confronti della donna. In un tweet, il vicepremier ha dichiarato che sarà fatto il possibile per garantire un futuro ad Asia Bibi, affermando di essersi già attivato “con discrezione” insieme ad altri Paesi occidentali.
https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1059740547898884096
Il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana ha scritto una lettera indirizzata a Moavero Milanesi, ritenendo doveroso “tentare di fare tutto il possibile per proteggere Asia Bibi e i suoi familiari. Personalmente ho cercato di sensibilizzare altri ministri, affinché – laddove ci sono cristiani effettivamente perseguitati – l’Italia possa dare il suo contributo per metterli in sicurezza”.
Ashiq Masih aveva già chiesto ieri asilo politico in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, lanciando un appello tramite un video, diffuso dalla testata tedesca Dw News su Twitter. Nel video si è rivolto direttamente alla premier britannica Theresa May, al presidente statunitense Donald Trump e al primo ministro canadese Justin Trudeau, spaventato per le sorti della moglie e del resto della famiglia.
"We are in trouble in Pakistan, please help us."
The husband of Asia Bibi, a Christian woman acquitted in a blasphemy case, pleaded for help from the UK PM and the US President.
In an interview with DW, he also said he fears for his wife's safety: https://t.co/5SvoJt1OII pic.twitter.com/t6OCfW1z8m
— DW News (@dwnews) November 5, 2018