Bruxelles – Il rischio di un mancato accordo Brexit potrebbe portare a una recessione economica, seppur moderata, della Gran Bretagna, abbassandone il potenziale di crescita di lungo termine. Lo ha affermato l’agenzia di rating Standard & Poor’s, nel rapporto dal titolo ‘Countdown to Brexit‘.
Nonostante la società statunitense creda ancora nella possibilità di raggiungere il deal, che consentirebbe un’uscita britannica con conseguenze “ordinate” grazie anche al periodo di transizione successivo, il rischio del mancato accordo “rimane significativo”, si legge nel documento. Motivo per cui le istituzioni finanziarie hanno dovuto prendere in considerazione lo scenario no deal.
Mancano ormai meno di sei mesi, per l’esattezza 149 giorni al 29 marzo 2019, quando la Gran Bretagna uscirà dall’Ue, e se ciò dovesse avvenire senza accordo le prime a risentirne sarebbero le banche britanniche. Ciò potrebbe portare, per S&P, a una “crisi politica interna e ad una contrazione economica”. L’impatto non mancherebbe di colpire anche alcune economie europee, come quella irlandese, olandese, belga, che però riuscirebbero ad assestarsi molto meglio dei vicini Oltre Manica.
Ecco perché, man mano che scorre il tempo, aumentando il rischio del mancato accordo aumentano anche i timori. È il motivo che spinge l’agenzia di rating a considerare lo scenario no deal come “fattore rilevante” nelle considerazioni sull’affidabilità creditizia del Regno Unito.
“Le nostre valutazioni su economia, conti pubblici e debito finirebbero sotto pressione. Nell’ipotesi di un mancato accordo è probabile che si abbia un declassamento di rating”, ha dichiarato S&p.
Intanto la situazione sembra sempre più allarmante. Anche l’Unione europea si sta preparando allo scenario no deal. Ieri, si legge sul Guardian, i diplomatici Ue si sono incontrati a Bruxelles per concordare una serie di seminari di pianificazione in vista del mancato accordo da svolgersi a novembre. Le discussioni dovrebbero riguardare temi quali i diritti dei cittadini, i trasporti terrestri e aerei, le dogane e i servizi finanziari.
Come anticipato dai leader europei, un vertice straordinario a novembre sulla Brexit era previsto solo se ci fossero stati progressi significativi nelle trattative. Progressi non ce ne sono stati, e il capo negoziatore Ue Michel Barnier ha affermato, stando all’organo di stampa britannico, che al momento non è possibile immaginare passi avanti da qui a dicembre.