Roma – Il debito pubblico italiano spaventa ancora l’Europa. E Bruxelles lo mette nero su bianco inviando al governo di Roma una nuova lettera circa la manovra del governo Conte. “Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale” scrive Marco Buti, direttore generale della direzione Affari economici e finanziari della Commissione europea, indirizzando la missiva al direttore generale del Tesoro, Andrea Rivera.
La nuova lettera della Ue questa volta chiede all’Italia una relazione sui ‘fattori rilevanti’ che “possano giustificare un andamento del rapporto Debito/PIL con una riduzione meno marcata di quella richiesta”. La risposta alla lettera della Commissione europea, ricevuta dal Mef, “dovrà essere trasmessa entro il prossimo 13 novembre”, come riporta il sito del ministero. Lettera analoga era stata inviata, si ricorda sul sito, anche negli anni passati. La risposta “sarà inviata a Bruxelles rispettando la scadenza indicata”, dicono da Roma.
Ma Bruxelles dimostra nei fatti e nelle opere di non riuscire a prendere in parola l’Italia. “Un debito pubblico così elevato – si legge nella lettera Ue – limita lo spazio di manovra del governo per spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini”, ed “è anche una fonte di preoccupazione per l’area euro nel suo complesso”.
“L’ampia espansione di bilancio prevista per il 2019”, inoltre, “è in netto contrasto con l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio”. “Questa traiettoria di bilancio, unita ai rischi al ribasso per la crescita del Pil nominale – scrive ancora Bruxelles – sarà incompatibile con la necessità di ridurre in maniera risoluta il rapporto debito/Pil dell’Italia”.
“Al fine di consentire alla Commissione europea di riflettere appieno nella sua relazione il contributo dell’Italia sui fattori significativi, gradirei ricevere la sua risposta entro il 13 novembre 2018 al più tardi”, scrive Buti a Rivera. La questione dei tempi torna due volte nella nuova lettera Ue all’Italia datata 29 ottobre, dove la Commissione anche all’inizio sottolinea di aver “chiesto all’Italia di presentare un progetto riveduto di Dpb (già oggi arrivato alle Camere, ndr) il prima possibile e in ogni caso entro tre settimane dalla data del parere”.