Bruxelles – L’abolizione del doppio cambio dell’ora può attendere. Anche se la Commissione europea propone di non mettere più mano alle lancette a partire dal 2019, la presidenza austriaca del Consiglio Ue stoppa l’iniziativa del team Juncker. “Se intendiamo farlo nel 2019, come suggerito dalla Commissione, questo non sarà sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri”, ha messo in chiaro il ministro austriaco dei trasporti, Norbert Hofer, in occasione della riunione informale del consiglio Ambiente e Trasporti a Graz, in Austria.
Il governo di Vienna non si dice in linea di principio contrario ad abolire il continuo passaggio ora solare-ora legale e viceversa, ma preoccupa la precipitazione di un simile cambiamento. “In alcuni settori – ricorda Hofer – si renderanno necessari preparativi tecnici”. E’ il caso del settore del trasporti aereo. “Le compagnie aeree ci dicono che hanno bisogno di almeno 18 mesi per prepararsi”. Cambiare orari vuol dire ridefinire tutto il mercato degli slot, le fasce orarie di decollo e atterraggio. Insomma, già solo per il mondo dell’aviazione civile abolire il doppio cambio dell’ora nel prossimo anno non è fattibile. Davvero l’esecutivo comunitario non ci aveva pensato? Il consiglio informale dei ministri dei Trasporti dà una formale bocciatura all’idea.
Anche il ministro danese Ole Birk Olesen ritiene troppa frettolosa l’iniziativa del team Juncker. “Abbiamo bisogno di un dibattito pubblico approfondito su questo. Abbiamo bisogno di più tempo per avere la posizione danese su questo”. Insomma, a detta degli Stati membri tutto questo cambiamento rischia di essere un pasticcio. La presidenza austriaca vorrebbe poi evitare salti temporali. “Dobbiamo stare attenti a non finire con un mosaico di fusi ora” in tutta Europa. Se abolizione del doppio cambio dell’ora deve essere, sarà successivamente. Magari nel 2021, idea avanzata dalla presidenza austriaca e su cui sembra esserci un certo consenso di principio.