Bruxelles – Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per il riconoscimento reciproco dei diplomi di istruzione secondaria nell’Unione europea. In pratica, se i governi daranno il loro ok, sarà possibile far valere in Spagna un titolo ottenuto in Francia, o interrompere gli studi in Germania e riprenderli in Italia.
Al momento infatti, dal punto di vista legale, i titoli di studio secondario non sono riconosciuti reciprocamente negli Stati membri, nel caso in cui i titolari vogliano avvalersene per proseguire gli studi, per esercitare una professione o per la partecipazione a un concorso.
Si tratta di una “rivoluzione rispetto alla situazione attuale, soggetta a complesse procedure e discrezionalità tra Stati membri”, ha sottolineato Silvia Costa, eurodeputata Pd e capogruppo S&d in commissione Cultura, aggiungendo che il riconoscimento reciproco dei titoli di studio “agevola la mobilità interna all’Ue, passando dall’attuale processo di convergenza tra i 27 sistemi di istruzione a un sistema europeo maggiormente integrato”.
L’indirizzo, per Costa, diventa “cruciale” nella creazione di un’area europea dell’educazione entro il 2025, come definito nel piano della Commissione europea presentato a novembre dell’anno scorso. Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’Occupazione nell’occasione aveva affermato che la creazione di uno spazio Ue dell’istruzione consentirebbe di “rispondere in modo più efficace alle sfide che si trova ad affrontare e di diventare più resiliente”.
Ora la palla passa al Consiglio Ue che deciderà sul tema, all’ordine del giorno il prossimo 6 novembre.