Bruxelles – L’Italia accoglie meno immigrati extracomunitari di quanto si percepisca. Nel 2017 in tutto il territorio dell’Unione europea sono stati concessi 3.136.141 permessi di residenza a cittadini di Stati extra-Ue, e appena il 5,9% di questi documenti (186.786) è stato rilasciato nella Penisola. Quando si tratta di immigrazione regolare, i dati Eurostat mostrano come in termini assoluti quello italiano sia il sesto Paese per permessi di soggiorno, dopo Polonia (683.228), Germania (535.446), Regno Unito (517.000), Francia (250.175) e Spagna (231.153).
A ‘smontare’ la tesi di quelli che molti considerano una vera e propria ‘invasione’ i numeri riferiti poi alla densità di popolazione. Se si considerano i permessi di soggiorno ogni mille abitanti, l’Italia è in fondo alla classifica, al 23esimo posto su 28. E’, in sostanza, uno degli Stati membri dell’Ue che apre meno le porte agli extracomunitari. Si tratta di 3,1 permessi ogni mille abitanti nel 2017, a fronte di una media europea del 6,1%, dei picchi di 23,4 a Malta e 22,1 a Cipro, e di 11 Paesi dell’Ue che indice doppio o superiore al doppio di quello tricolore.
Chi è che chiede e ottiene permessi di soggiorno? A livello generale nel territorio comunitario hanno il benestare in particolare ucraini (662mila), siriani (223mila), cinesi (193mila) e indiani (163mila). In Italia si tratta invece principalmente di, rispettivamente, albanesi, marocchini e cinesi. Se mediamente la maggioranza dei richiedenti residenza lo fa in ragione di un lavoro (32,2%), in Italia le domande e le relative risposte sono legate principalmente a ragioni familiari (60,3%, l’indice più alto), quali il ricongiungimento, con il lavoro a rappresentare una minima parte dei permessi di soggiorno (4,5%).