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    Home » Economia » “Equal Pay Day”, la Commissione Ue segna così il 3 novembre, giorno dal quale le donne europee lavorano gratis

    “Equal Pay Day”, la Commissione Ue segna così il 3 novembre, giorno dal quale le donne europee lavorano gratis

    Il problema riguarda soprattutto le tedesche, le ceche e le estoni, che in realtà iniziano a “lavorare gratis” già a metà ottobre. Meglio per le italiane che sono senza paga (rispetto ai maschi) “solo” da metà dicembre

    Perla Ressese di Perla Ressese
    26 Ottobre 2018
    in Economia

    Bruxelles – Le donne nell’Unione europea guadagnano in media il 16,2% in meno rispetto agli uomini. In pratica, dal 3 novembre le donne europee (rispetto ai colleghi maschi) lavorano gratis fino al 31 dicembre. Per segnare questo momento l’Ue ha deciso di fissare proprio in quella data l’Equal Pay Day.

    In Europa, per ogni euro guadagnato da un uomo la donna prende in media 84 centesimi. Secondo i dati dell’Eurostat, la disparità tra gli stipendi, nel 2016 supera il 16%, mentre l’Italia detiene il primato positivo, insieme alla Romania, garantendo che le donne guadagnino “solo” il 5,3% in meno degli uomini. Le differenze più ampie si registrano in Estonia col il 25%, in Repubblica Ceca e Germania entrambe al 22%.

    “Le donne e gli uomini sono uguali. Questo è uno dei valori fondanti dell’Ue. Ma le donne lavorano per due mesi non retribuite ogni anno, rispetto ai loro colleghi maschi. Non possiamo più accettare questa situazione”, dicono in una dichiarazione congiunta il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, la commissaria Marianne Thyssen e la commissaria Věra Jourova.

    Secondo i tre esponenti della Commissione “il divario retributivo di genere non è solo ingiusto in linea di principio, ma anche nella pratica. Mette le donne in situazioni precarie durante la loro carriera, e ancor più dopo il pensionamento, con un divario pensionistico di genere del 36,6%”.

    Sebbene non esista una soluzione immediata per risolvere questa disuguaglianza, anche perché le politiche salariali sono di competenza degli Stati e non dell’Unione, secondo la Commissione “ci sono modi per apportare cambiamenti concreti. Abbiamo messo sul tavolo una serie di proposte per affrontare questo problema sul posto di lavoro e a casa. È urgente che vengano portate avanti dal Parlamento europeo e dagli Stati membri in seno al Consiglio al fine di ottenere risultati concreti, ad esempio migliorando i diritti dei genitori e dei lavoratori di prendere congedi per sostenere le loro famiglie”.

    Il problema riguarda soprattutto le tedesche, le ceche e le estoni, che in realtà iniziano a “lavorare gratis” già a metà ottobre. Meglio per le italiane che sono senza paga (rispetto ai maschi) “solo” da metà dicembre

    Bruxelles – Le donne nell’Unione europea guadagnano in media il 16,2% in meno rispetto agli uomini. In pratica, dal 3 novembre le donne europee (rispetto ai colleghi maschi) lavorano gratis fino al 31 dicembre. Per segnare questo momento l’Ue ha deciso di fissare proprio in quella data l’Equal Pay Day.

    In Europa, per ogni euro guadagnato da un uomo la donna prende in media 84 centesimi. Secondo i dati dell’Eurostat, la disparità tra gli stipendi, nel 2016 supera il 16%, mentre l’Italia detiene il primato positivo, insieme alla Romania, garantendo che le donne guadagnino “solo” il 5,3% in meno degli uomini. Le differenze più ampie si registrano in Estonia col il 25%, in Repubblica Ceca e Germania entrambe al 22%.

    “Le donne e gli uomini sono uguali. Questo è uno dei valori fondanti dell’Ue. Ma le donne lavorano per due mesi non retribuite ogni anno, rispetto ai loro colleghi maschi. Non possiamo più accettare questa situazione”, dicono in una dichiarazione congiunta il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, la commissaria Marianne Thyssen e la commissaria Věra Jourova.

    Secondo i tre esponenti della Commissione “il divario retributivo di genere non è solo ingiusto in linea di principio, ma anche nella pratica. Mette le donne in situazioni precarie durante la loro carriera, e ancor più dopo il pensionamento, con un divario pensionistico di genere del 36,6%”.

    Sebbene non esista una soluzione immediata per risolvere questa disuguaglianza, anche perché le politiche salariali sono di competenza degli Stati e non dell’Unione, secondo la Commissione “ci sono modi per apportare cambiamenti concreti. Abbiamo messo sul tavolo una serie di proposte per affrontare questo problema sul posto di lavoro e a casa. È urgente che vengano portate avanti dal Parlamento europeo e dagli Stati membri in seno al Consiglio al fine di ottenere risultati concreti, ad esempio migliorando i diritti dei genitori e dei lavoratori di prendere congedi per sostenere le loro famiglie”.

    New data published! I urge to adopt the #WorkLifeBalance legislation the @EU_Commission has tabled. 1 in 3 Europeans was not able to take any family leave last year, and only 4 in 10 men took parental leave. This is not fair or sustainable. https://t.co/y5gnzElOXq pic.twitter.com/Wg93anPxRr

    — Věra Jourová (@VeraJourova) October 26, 2018

    Tags: commissione europeadonneEqual Pay Daygender gapsalaristipendiuomini

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