Roma – La manovra “non espone a rischi la stabilita’ finanziaria dell’Italia né egli altri Paesi dell’Unione europea”. Lo scrive il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nella lettera di risposta inviata a Valdis Dombroviskis e Pierre Moscovici dopo i rilievi di Bruxelles. “Riteniamo infatti che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’intera economia europea”, si legge nella missiva.
Il ministro #Tria ha inviato la lettera di risposta alla Commissione europea con i chiarimenti sul #DPB https://t.co/3tbWQ9JV1h @EU_Commission @ItalyinEU @europainitalia @ecfin @pierremoscovici @VDombrovskis @Palazzo_Chigi
— MEF (@MEF_GOV) October 22, 2018
Il ministro dell’Economia promette anche che “qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il Governo si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati”.
Il governo italiano, per quanto riguarda il deficit strutturale “è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilita e Crescita. E’ stata una decisione difficile – ammette Tria – ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”.
La decisione di Bruxelles di richiedere formalmente all’Italia una modifica della manovra potrebbe arrivare già domani, quando il collegio dei commissari terrà la sua riunione settimanale, al cui ordine del giorno c’è anche l’esame del progetto di bilancio del governo italiano. Dopo questa richiesta, che appare scontata, l’Italia avrà tre settimane di tempo per rispondere, modificando, o meno (come sembra), la manovra. Dopo queste scadenze potrà eventualmente avviarsi la lunga procedura di infrazione.