Bruxelles – L’ex repubblica jugoslava di Macedonia compie passi importanti verso quel cambio di nome che può portare all’ingresso nell’Ue e nella Nato. Il Parlamento di Skopje ha raggiunto la maggioranza dei due terzi necessaria per avviare le procedure di revisione costituzionale per modificare il nome. Un risultato non scontato, perché la questione del nome continua a dividere il Paese, candidato a far parte dell’Unione europea dal 2005 ma fermo da sempre nei negoziati per il veto ellenico alla denominazione.
Dopo oltre dieci anni di negoziati i governi di Atene e Skopje hanno trovato una bozza di accordo in base al quale l’ex repubblica jugoslava di Macedonia rinuncia chiamarsi repubblica di Macedonia e accetta di essere Repubblica di Macedonia del Nord. Il referendum popolare indetto dalla autorità macedoni non ha raggiunto il quorum necessario per avere una risposta, lasciando al Parlamento il compito di esprimersi. Mentre l’Europa discuteva di commercio e cooperazione con l’Asia, mentre tutti gli occhi erano puntati sugli oltre 50 capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles per il vertice Asem, il Parlamento macedone trovava i numeri necessari (80 voti su 120) per riuscire a portare il Paese nell’Ue e nella Nato.
Il primo ministro macedone parla non a caso di “giornata storica per il Paese”, che potrà finalmente cambiare la Costituzione e avviare i negoziati per l’ingresso nel club a dodici stele. Quando la Macedonia del Nord avrà formalmente modificato la Costituzione anche il parlamento greco voterà l’accordo. Nel frattempo il commissario per le Politiche di vicinato, Johannes Hahn, si congratula, sottolineando “la grande giornata di democrazia in Skopje”.