Bruxelles – Dopo aver tentato di sbrigare le “faccende domestiche” – Brexit in primis – i leader Ue, insieme a quelli di Svizzera e Norvegia, incontreranno il 18 e 19 ottobre le loro controparti asiatiche durante il dodicesimo summit Europa-Asia (Asem) a Bruxelles.
Obiettivo dell’incontro è quello di trovare soluzioni comuni alle grandi questioni che assillano la comunità internazionale, ovvero gli scambi commerciali e i dazi, l’accordo sul nucleare iraniano e il riscaldamento globale – ma anche la minaccia della proliferazione nucleare e quella cybersecurity.
Il meeting, che vedrà, tra le altre, la partecipazione di Cina, Giappone e Russia, intende controbilanciare – e protestare contro – il ripiegamento protezionistico e il crescente isolazionismo a stelle e strisce sulla scena politica internazionale.
Da tempo, il presidente Usa Trump ha dato il via a una guerra commerciale a suon di dazi con Cina e Ue, cui fanno riscontro i clamorosi ritiri dall’accordo sul nucleare iraniano e quello sul clima, oltre alla mancata ratifica, sul fronte pacifico, dal Partenariato Trans-Pacifico (un accordo commerciale tra 11 Paesi che si affacciano sull’Oceano). Inoltre, il presidente Usa sta minacciando di ritirarsi dall’Organizzazione del commercio internazionale (Omc), dalla quale dice di sentirsi “trattato male”.
L’alta rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Ue Federica Mogherini ha negato che gli argomenti che verranno trattati durante il simposio siano direttamente rivolti contro Trump. “Non abbiamo organizzato il summit contro nessuno”, ha dichiarato l’alta rappresentante entrando al Consiglio, aggiungendo però che l’Ue semplicemente “sostiene il multilateralismo, che è al centro del nostro lavoro”.
In una bozza di comunicato diffusa da Reuters, i 51 leader, che rappresentano insieme il 55% del commercio mondiale – il 60% del Gdp mondiale e il 75% del turismo – hanno decretato di aver intenzione di mostrare un “solido supporto” per l’Omc e sottolineano il loro “impegno congiunto per un commercio aperto, libero e non discriminatorio” contro “le forze del protezionismo”.
Europa e Asia, legate dalla continguità territoriale e da fattori storici – non necessariamente fatti di interessi convergenti – e, in alcuni casi, anche da un’affinità di valori, più che culturale, cercano quindi intese su questioni comuni più che mai urgenti.
“Più riusciremo a essere connessi – l’Ue e l’Asia – meglio saremo in grado di plasmare l’economia mondiale” ha commentato la cancelliera tedesca Angela Merkel prima che iniziasse il vertice. Questo “è un messaggio che l’Unione europea è più della Brexit, e che l’Europa ha amici fuori da Washington”, ha dichiarato un alto funzionario Ue coinvolto nella preparazione del vertice. L’Asem si tiene, dal 1996, ogni 2 anni, e l’ultima edizione si è svolta nel 2016 a Ulambataar (Mongolia). Ma al di là delle dichiarazioni generali e congiunte, l’Ue da tempo si muove sul piano pratico stipulando accordi commerciali con Paesi asiatici.
Dopo l’accordo di partenariato commerciale con Tokyo siglato a luglio – visto come il più importante accordo commerciale che l’Ue abbia mai stipulato con un Paese terzo, per le dimensioni demografiche del Paese e le numerose affinità presenti – venerdì l’Ue firmerà un accordo di libero scambio con Singapore e sta trattando per un simile accordo con il Vietnam.
Tuttavia, l’Unione europea sta cercando di evitare una rottura con gli Stati Uniti evitando un avvicinamento eccessivo alla Cina, e, anzi, martedì scorso la commissaria al Commercio dell’Ue Cecilia Malmstrom ha tenuto colloqui con il segretario al commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross a Bruxelles per migliorare i legami commerciali.
Inoltre, nella bozza di conclusioni, è contenuto un tacito rimprovero alla Cina per la sua produzione eccessiva di acciaio, espresso attraverso la volontà dei leader di contrastare “gli eccessi di capacità nel settore industriale”. Venerdì, l presidente della Commissione Jean Claude Juncker parlerà con il Primo ministro cinese in un colloquio.
La Cina produce e consuma la metà dell’acciaio mondiale e, nonostante abbia già effettuato ingenti tagli a partire da gennaio 2016, l’Ue spinge perché questi vengano accentuati, oltre che per una generale rimozione dei sussidi all’industria, che, secondo i Paesi occidentali denotano la volontà di Pechino di dominare i mercati mondiali.
Nel corso della riunione i leader Asem si focalizzeranno anche sul cambiamento climatico, esprimendo il loro “profondo allarme” per la situazione, spingendo per un sostenere l’accordo sul clima e per energia pulita.
La scorsa settimana, un report preparato dal panel intergovernativo sul Cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc) ha fatto presente che mancano solo una dozzina di anni, prima che il cosiddetto global warming inizi a provocare catastrofi che porteranno morte e povertà a milioni di persone.
A Bruxelles, i 51 discuteranno dell’accordo nucleare iraniano e della minaccia nucleare nordcoreana, e di quelle cibernetica. In merito agli attacchi informatici, non è chiaro se Mosca – che sarà rappresentata dal suo Primo ministro Dimitri Medvedev e che è “vittima” di accuse plurime da parte dell’Occidente in merito a veri o presunti attacchi cibernetica – sosterrà le conclusioni, se queste dovessero insistere sull’impegno di mettere fine di tali attacchi.