Roma – Alla fine la tanto attesa lettera della Commissione europea è arrivata. A consegnarla nelle mani del ministro italiano dell’Economia, Giovanni Tria, un postino d’eccezione, il tanto inviso al governo di Roma, Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici. Il testo vergato dallo stesso Moscovici e dal collega Valdis Dombrovskis (che ha la delega alla Stabilità finanziaria) viene diffuso nel secondo pomeriggio creando un accavallamento di voci, commenti e polemiche che accade di rado. Da Bruxelles Giuseppe Conte, fa capire di averla già letta ma di voler tenere botta, a Roma, a favore di telecamera, Moscovici e Tria si confrontano con la stampa misurando toni e contenuti, i due vicepremier (Di Maio e Salvini) impazzano sui social e sulle agenzie per dire che dei rilevi dell’Europa se ne fanno quasi beffe.
Ma il vero scoglio che il governo italiano si trova di fronte, da domani al 22 quando bisognerà rispondere alla Ue, sta in quella espressione roboante – quasi volutamente scandalizzata – dello “scostamento senza precedenti” del bilancio di Roma da quando esiste il Patto di Stabilità. E che il livello d’allarme fosse alto lo aveva fatto capire già nel pomeriggio il presidente della Commissione Jean Claude Juncker quando aveva detto che non c’è alcun “pregiudizio” verso l’Italia e le sue scelte di politica economica, ma Roma dovrebbe ricordare di aver (chiesto e) ottenuto molta flessibilità in passato. “Si userà lo stesso metro usato per tutti gli altri 4-5 o 6 paesi che ci motivano a chiedere informazioni supplementari. L’Italia è l’unico Paese che ha usato tutti gli strumenti di possibilità che abbiamo offerto. Siamo molto cortesi, gentili e positivi con l’Italia perché l’Italia è l’Italia” (riferimento a una stessa frase usata nel 2016 a proposito della Francia quando le fu concesso più tempo per abbassare il rapporto deficit/pil sotto il 3%, ndr).
Sarà come sarà ma l’effetto del testo della commissione ‘terremota’ Roma. Il bilancio italiano – è scritto – mostra una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, dovuta ad una espansione vicina all’1% e ad una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%. La commissione sottolinea anche “un non rispetto particolarmente serio con gli obblighi del Patto”.
Pierre Moscovici, che accanto a Tria smetterà i panni del postino per indossare quelli del ‘poliziotto buono’, è perfettamente consapevole della bufera che la lettera scatenerà su Roma. E per questo invoca il “sangue freddo” non potendo fare a meno però di confutare la ‘vulgata’ della persecuzione contro l’Italia. La Commissione “non è contro l’Italia, non è un avversario dell’Italia. E’ l’arbitro sul campo, la persona che fa rispettare le regole del gioco”. Le regole, ha aggiunto, “sono strumenti che permettono agli Stati di lavorare insieme”. Sono state “adottate in modo democratico”, anche dall’Italia, e “si applicano a tutti con equità e giustizia”. “Io non voglio non voler fare mai fare il poliziotto cattivo, non ho pronto un piano B, ho solo un piano A e il piano A è quello di restare insieme nella zona euro”.
Il Governo italiano accusa il colpo. Non è facile per Tria, non lo è per Conte, assediato dai giornalisti a Bruxelles, Spirano venti di crisi a Roma. Sarà un sabato di lavoro con il Consiglio dei ministri, convocato per sciogliere il nodo del dl fiscale. “Forse si riferiscono al valore assoluto – dice commentando la lettera – Ma noi già dovevamo partire da un riallineamento all’1,2%, più le clausole Iva si andava al 2%. Dal 2% al 2,4% è smentito che si tratti di una deviazione senza precedenti. Ho parlato con Juncker dopo l’incontro Tria-Moscovici. Gli illustrerò la manovra (che lo stesso premier in mattinata aveva definito “bella”).
Più mesto il titolare di via XX settembre. “Abbiamo ricevuto la lettera con le osservazioni della commissione. Si apre quello che abbiamo definito un dialogo costruttivo partendo da valutazioni diverse sulla nostra politica economica. Abbiamo constatato queste valutazioni diverse, riteniamo di dovere approfondire le nostre spiegazioni delle ragioni della nostra politica, di far conoscere meglio alla commissione le riforme strutturali che porteremo avanti con la legge di bilancio” Risposta degna di un preside di Economia con un’aggiunta dal sapore politico. “Spero di poter avvicinare speriamo le nostre posizioni”. Ora anche ai poliziotti buoni, con lo spread che arriva a 327 punti come non accadeva dal 2013, serve sangue freddo.