Bruxelles – Le elezioni della scorsa domenica 14 ottobre in Baviera hanno una portata politica storica. Il terremoto era atteso, ma solo adesso se ne conosce l’entità. I cristiano-sociali di Horst Seehofer hanno subito un drammatico crollo, scendendo dal 47,7 al 37,3 percento, così come l’Spd che è scesa vertiginosamente dal 20,6 al 9,5 percento; il trionfo, indubbiamente, è dei verdi Die Grünen, che diventano la seconda forza del Land, crescendo dall’8,6 al 17,8 percento. Avanza anche la destra estremista di Afd, ma non quanto immaginato: si ferma infatti al 10,7 per cento, entrando per la prima volta nel parlamento del Land.
Registrando il peggior risultato dal 1957, l’Unione cristiano sociale (Csu, partito “gemello” della Cdu della cancelliera Angela Merkel) per la seconda volta non avrà la maggioranza assoluta per governare la Baviera: il dibattito per la coalizione in arrivo è entrato nel vivo subito dopo gli exit poll, dato che Csu e Verdi avrebbero una solida maggioranza raggiungendo insieme 114 seggi, ma che per ora non si trovano d’accordo sui grandi temi (primo fra tutti l’immigrazione). Intanto si sono fatti avanti, per una possibile alleanza, i liberali locali di Freie Waehler di Hubert Heiwanger (11,6 percento) un partito molto vicino alla Csu, ma che non ha fatto dell’immigrazione il suo tema centrale.
Il terremoto bavarese avrà ripercussioni fino alla capitale tedesca, così come sull’intera politica federale. Si aspettano le amministrative in Assia, tra due settimane (28 ottobre), per valutare la tenuta della Grande Coalizione: per ora, in Baviera, la bocciatura è indubbiamente sonora.
Il punto nodale delle elezioni di ieri riguarda quindi il Governo nazionale di Merkel, in vista anche delle elezioni europee del 2019; nel frattempo, in tutto il continente, si guarda a quello che sembra l’inevitabile crollo dei grandi partiti “classici”. Con la debacle in Baviera, in ogni caso, inizia una fase di transizione politica per la cancelliera, dopo più di 13 anni al potere. Il prossimo appuntamento alle urne in Assia precederà poi il congresso della Cdu a dicembre, quando Merkel chiederà i voti dei delegati per rimanere alla guida del partito.
“Abbiamo raggiunto un risultato storico”, ha affermato Katharina Schulze, 33 anni e leader dei Verdi. “La Baviera sceglie di puntare su coraggio, fiducia, passione”, chiedendo “un governo che risolva i problemi invece di provocarli”, ha esultato. Alice Weidel, leader di Afd, ha invece sottolineato che “Chi ha votato per noi ha detto anche che Merkel deve andarsene. Liberate la strada per le nuove elezioni”.
Dall’Italia, per Matteo Salvini, “In Baviera ha vinto il cambiamento e ha perso l’Unione europea”. “Sconfitta storica per democristiani e socialisti, mentre entrano in tanti, e per la prima volta nel Parlamento regionale, gli amici di Afd. Arrivederci Merkel, Schultz e Juncker”, scrive in una nota. “Bello vedere i Verdi prendere quasi il doppio dei voti della destra sovranista. Un messaggio anche per noi”, twitta invece l’ex premier Pd Paolo Gentiloni.
Per Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente M5S del Parlamento europeo, “i risultati delle elezioni in Baviera sono certamente un rumoroso campanello d’allarme per la grande coalizione della Cancelliera Merkel, ma rappresentano soprattutto la dimostrazione plastica del crescente bisogno di cambiamento che arriva dai cittadini in tutto il continente. Quasi 1 elettore su 4 ha voltato le spalle a Csu e socialisti, i partiti che da anni governano tutte le Istituzioni europee”. Per Castaldo dunque “la candidatura di Manfred Weber, leader del gruppo Ppe, a Presidente della Commissione Europea ne esce decisamente ridimensionata. Questo voto è un antipasto di quello che accadrà alle prossime elezioni europee”.
L’onda lunga dei verdi
Anche in Belgio e Lussemburgo la crescita dei partiti verdi è stata importante. Il partito europeo dei Verdi ha commentato con entusiasmo i risultati elettorali: “Questo fine settimana, i partiti verdi europei hanno ottenuto dei risultati elettorali molto buoni”, hanno constatato i due co-presidenti del partito dei Verdi europei Monica Frassoni e Reinhard Bütikofer, affermando, fiduciosi, che “sembrerebbe che si sia innescata un’onda verde”. “I Verdi hanno raggiunto risultati brillanti in Belgio, raggiungendo risultati eccezionali in tutti i comuni”, hanno aggiunto. Frassoni è stata tra l’altro eletta consigliera comunale a Ixelles, uno dei comuni che compongono la città di Bruxelles.
Per quanto riguarda il Lussemburgo, “I Verdi hanno incrementato la loro percentuale di voti del 50 percento in 5 anni”, che indica senza dubbio “un segno di fiducia nel loro ruolo come parte della coalizione di governo”. Il voto in tutti e 3 i paesi, per il partito, dimostra come “mettendo al primo posto la speranza e la compassione anziché l’odio, è possibile avere successo”.
“L’onda verde può giungere anche in Italia e i Verdi italiani ed europei sono impegnati in prima linea per far sì che ciò accada: abbiamo per questo avviato da qualche mese un dialogo con forze e personalità politiche che condividono con noi queste priorità e la loro assoluta urgenza annunciano i due co-presidenti -. Siamo sicuri che questo dialogo potrà portare all’organizzazione di una lista competitiva per le prossime elezioni europee. I successi in Europa non possono che confortarci in questa sfida”.
Onda verde in #Baviera2018, #Belgio e #Lussemburgo: i partiti #Verdi si confermano forza vincente grazie a proposte su trasformazione economica, clima, femminismo, europeismo riformista. C'è spazio per quest'onda anche in Italia: https://t.co/Z67kvDfmpa pic.twitter.com/mFsb1DhFca
— Monica Frassoni (@monicafrassoni) October 15, 2018
“Utilizzeremo questo vento per gonfiare le nostre vele e preparare le elezioni europee nel maggio 2019. I verdi vogliono portare il cambiamento, e ringraziamo gli elettori per il sostegno che ci hanno dato”, hanno concluso i due co-presidenti.