Bruxelles – Il Consiglio Ue ha dato il via libera per la firma dei due accordi, uno sul libero scambio e l’altro sulla protezione degli investimenti, tra Unione europea e Singapore. Gli accordi rappresenteranno la prima intesa bilaterale in materia tra l’Unione e uno Stato membro dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean).
In particolare, riguardo all’accordo sul libero scambio, dopo la firma saranno gradualmente eliminate le tariffe ancora presenti per l’importazione di merci di origine europea a Singapore. L’eliminazione sarà completata in un periodo compreso tra i tre e i cinque anni, a seconda della categoria dei prodotti.
In merito all’accordo per protezione degli investimenti, invece, sarà possibile contare su una maggiore certezza e perseguire obiettivi di politica pubblica, tra cui la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente. L’accordo sostituirà i dodici trattati bilaterali sugli investimenti attualmente in vigore tra Ue e Singapore.
La commissaria Ue per il Commercio Cecilia Malmström si è detta “lieta” per il sostegno formale che gli Stati membri hanno fornito a questi accordi, che consentiranno “nuove opportunità a produttori, agricoltori, fornitori di servizi e investitori europei”, obiettivo considerato “fondamentale” dalla Commissione europea. “Questi accordi promuovono uno sviluppo di tipo sostenibile, includendo impegni in materia di protezione dell’ambiente e diritti del lavoro”, ha continuato Malmström; “come europei siamo determinati a lavorare con i paesi che condividono le stesse idee sul commercio internazionale e sulla sua regolamentazione”.
La decisione odierna segue la proposta della Commissione europea, arrivata lo scorso aprile. I leader europei e di Singapore firmeranno gli accordi il 19 ottobre a Bruxelles, a margine del Meeting Asia-Europa (Asem). Poi sarà la volta del voto del Parlamento europeo e, una volta approvato, l’accordo di libero scambio UE-Singapore dovrebbe entrare in vigore nel 2019, prima della fine dell’attuale mandato della Commissione europea, ma solo a seguito della sua ratifica a livello di Stati membri dell’UE.