Bruxelles – Se dopo la Brexit i lavoratori europei saranno tagliati fuori dall’industria alberghiera britannica, quest’ultima semplicemente collasserà. A evidenziarlo con toni preoccupati è Philip Howard, uno degli chef più apprezzati in Gran Bretagna, Paese che a suo avviso può essere più che soddisfatto di come, negli ultimi anni, si sia sviluppato il settore dell’accoglienza turistica.
“La maggior parte dei ristoranti e degli hotel si avvale di uno staff composto da una netta maggioranza di lavoratori dell’Unione europea”, sottolinea Howard. “Ovviamente non se ne andranno tutti nella prossima primavera”, quando l’uscita sarà effettiva, “ma la Brexit avvierà un processo che molto probabilmente spingerà molti a tornare a casa o a muoversi verso altri Paesi”. E questo causerà non pochi problemi nella ristorazione e nell’accoglienza, anche perché sarà molto difficile l’ingresso in Uk di nuovi lavoratori.
Per il cuoco e per la sopravvivenza del suo settore, la Brexit è “una scelta sbagliata”; un secondo voto da parte del popolo britannico, a suo avviso, sarebbe “auspicabile”, e una nuova opportunità di esprimersi in merito “dovrebbe essere concessa per riconsiderare la strada intrapresa”.