Bruxelles – Gli europei non sono sicuri che l’Ue stia lavorando per loro. Lo rivela un rapporto presentato oggi a Bruxelles alla tavola rotonda annuale “State of Europe”, organizzata dal think tank Friends of Europe.
Secondo il sondaggio condotto da Dalia a settembre 2018 su un campione rappresentativo di quasi 11 mila cittadini, il 64% degli europei non è convinto che la vita sarebbe peggiore senza l’Ue e quasi un cittadino su due (49%) ritiene che l’Unione europea è irrilevante.
Fiducia e appartenenza sono questioni chiave, con oltre un terzo degli europei che chiedono maggiore trasparenza sul modo in cui l’Ue spende denaro. I più ottimisti sono i giovani under 35 che sono i maggiori sostenitori dell’Unione, con il 41% che pensa che la propria vita sarebbe peggiore senza l’Unione europea.
“Senza cambiamenti e riforme, l’Ue rimarrà irrilevante per la maggioranza dei suoi cittadini”, aggiunge Pascal Lamy, fiduciario di Friends of Europe.
L’Unione promuova valori e democrazia
Alla richiesta di scegliere quale dovrebbe essere lo scopo principale dell’Ue, il 27% ha scelto “Value Setter”: un’Unione europea che promuove valori e democrazia in tutta Europa, il 22% ha scelto “Global Balancer”: un’Unione Europea che dà all’Europa una voce più importante negli affari mondiali, il 31% ha scelto “Market Maker”: un’UE che migliora la crescita economica degli stati membri dell’Ue. In fine, per 1 cittadino su dieci L’Ue dovrebbe limitare la sua attenzione al mercato unico. L’11% non ha scelto nessuna delle opzioni indicate.
Gli europei non vogliono “meno Europa”
Il 90% dei cittadini ritiene che l’Ue dovrebbe essere più di un semplice mercato unico e 8 su 10 non ritengono che l’Unione debba dare la priorità all’adozione di un maggiore peso nel processo decisionale per i governi nazionali, il che suggerisce – è questo il parere del think tank – che la sovranità nazionale non è un problema per la maggioranza degli europei.
Gli europei vogliono che l’Ue si concentri sulle politiche a cui stanno a cuore, ossia assicurare la pace, creare posti di lavoro e affrontare i cambiamenti climatici.
I risultati mostrano che vi è coerenza tra le opinioni dei cittadini, a prescindere dall’età, dal genere, dall’istruzione e dalle residenza urbana o rurale che sia, di quali sono le questioni chiave con cui l’Ue deve confrontarsi e di cosa dovrebbe occuparsi. Questi numeri sono preoccupanti e sottolineano il duro lavoro che attende le istituzioni dell’Ue, in particolare in vista delle elezioni europee.