Bruxelles – A sentire Roberto Fico non c’è nulla o quasi che non vada. L’Italia non deve fare marcia indietro su niente, sono gli altri che devono “abbassare i toni” e ascoltare le ragioni del Paese. Il presidente della Camera, nel primo dei suoi due giorni di incontri istituzionali a Bruxelles, fa lo slalom a critiche e preoccupazioni, a suo giudizio fuori luogo. Perché, dice, “alla fine sulle varie questioni le soluzioni si trovano”.
Gli interlocutori non nascondono inquietudini. Udo Bullmann, presidente del gruppo dei socialdemocratici (S&D) in Parlamento europeo, prima delle personalità ad aver incontrato nella capitale dell’Ue, non ha nascosto di aver espresso “le forti preoccupazioni per il corso economico” imboccato dal Paese. Riferimenti alla manovra, e alle intenzioni espresse di aumentare il valore del deficit in rapporto al Pil. Soglia al 2,4%? All’1,6%? All’1,8%? Fico non entra nel merito perché in fin dei conti, anche se per un giorno si fa portavoce delle ragioni di governo, non rappresenta il governo.
Di manovra si è certamente parlato in occasione dell’incontro con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Cosa pensi il francese è noto. Ha già criticato le intenzioni italiane di fare più deficit. Con lui il presidente della Camera ha condiviso “l’esigenza di abbassare i toni”, e di “uscire tutti dalle dichiarazioni mediatiche” per entrare nel merito delle questioni. “Il dialogo è fondamentale”, sottolinea Fico, che però nell’ottica di dialogo non sembra disposto a concessioni quanto a evangelizzazioni.
“Non sono qui per rassicurare Juncker”, il presidente della Commissione europea che Fico vedrà domani. “Sono qui per parlare con lui e spiegargli cosa sta succedendo in Italia”. Un modo per dire innanzitutto che l’Italia non è un problema e non deve essere vista come tale, un modo per dire che l’Italia intende esporre le proprie ragioni e tirare dritto convinta della validità delle proprie idee. A sentire il leader S&D, Udo Bullmann, potrebbe non essere così semplice, però. “Vediamo il governo italiano virare alla destra sotto la guida incontestata del vice primo ministro Matteo Salvini”. Quasi a dire che si considerano l’ala 5 Stelle del governo giallo-verde e il suo leader, Luigi Di Maio, come puramente marginali.