Roma – E’ cominciato il conto alla rovescia dei Verdi in vista del pronunciamento della Corte costituzionale sulla soglia di sbarramento per le elezioni Europee previsto per il prossimo 28 ottobre. Gli ambientalisti, promotori del ricorso e fautori “di un vero ritorno al pluralismo”, fondano le loro ragioni su alcune sentenze che hanno definito illegittime le soglie, a cominciare dalla Germania.
La Corte costituzionale tedesca, ricordano in una nota, tra il 2011 e il 2014 ha dichiarato contrarie alla Costituzione le soglie di sbarramento, bocciando sia l’innalzamento al 5% che il successivo abbassamento al 3%, perché lesive del principio di uguaglianza e ostacolo all’equa rappresentanza degli elettori. Tra l’altro, è stato sottolineato, la soglia non serve neanche alla “governabilità”, in quanto il Parlamento europeo non nomina un governo.
A rafforzare questa posizione i Verdi schierano anche il parere dell’avvocato Felice Besostri, patrocinante del ricorso davanti alla Consulta, che spiega: “I parlamentari italiani non rappresentano l’Italia o il suo popolo, ma i cittadini Ue che esercitano il diritto di voto nel suo territorio, che costituisce una circoscrizione elettorale dell’Unione Europea. Infatti nel Parlamento europeo non possono costituirsi gruppi parlamentari mono-nazionali”.
L’auspicio dei Verdi è di una totale cancellazione delle soglie che, ricordano, sono state introdotte soltanto da una minoranza di Paesi tra i quali non ci sono i ‘grandi’ come la Francia e la Germania, e di tornare alla legge del 1979 nella sua originaria formulazione, ovvero senza sbarramento.