Bruxelles – Sembrerebbe che, grazie a nuovi passi indietro da parte di Londra, l’accordo sulla Brexit possa arrivare, dopo mesi di stallo, si legge su Reuters, che riporta quanto affermato da due fonti tra i negoziatori dell’Unione europea per l’accordo di uscita della Gran Bretagna.
A Bruxelles, in effetti, sembra che ci sia tutta l’intenzione di finalizzare quanto prima i negoziati, e che l’Ue stia lavorando sulle nuove proposte emerse in Uk negli ultimi giorni, a proposito della prossima gestione del confine tra Irlanda del nord e Repubblica d’Irlanda e della volontà di evitare controlli estensivi alle frontiere. Nelle precedenti discussioni, proprio la questione irlandese era stata motivo di tensioni tra le parti; dopo la conclusione della conferenza dei Tories e le dichiarazioni della premier britannica Theresa May, intenzionata a mettere sul tavolo nuove proposte in vista dell’accordo, forse si intravede una luce in fondo al tunnel. La nuova proposta che potrebbe venire da Londra, e che sarà analizzata durante il fine settimana, dovrebbe prevedere la permanenza del Regno Unito nell’Unione doganale Ue.
“Il lavoro continua” spiega il capo negoziatore Michel Barnier in un tweet.
Work continues in Brussels today. Good to meet and listen to @moneillsf, @StephenFarryMLA, @columeastwood, and Steven Agnew @GreenPartyNI together to discuss the ongoing #Brexit negotiations and the importance of a legally operative backstop for Northern Ireland. pic.twitter.com/WLDWMlEXYp
— Michel Barnier (@MichelBarnier) October 5, 2018
Durante una visita a Bruxelles ieri il premier irlandese Leo Varadkar aveva rivolto un appello alla collega britannica Theresa May per ché rendesse noto “al più presto possibile” il suo nuovo piano per il confine irlandese, in maniera di poter firmare l’accordo a novembre.
Sempre ieri un membro dello staff di Barnier, ha informato i diplomatici dei 27 membri a proposito degli ultimi sviluppi nelle trattative, riguardanti oltre al problema irlandese anche accordi in merito alla protezione delle merci.
Il negoziatore, inoltre, ha dichiarato di essere aperto in linea di principio ad una proposta britannica in merito al confine in Irlanda, ma che al momento non è arrivato alcun documento per iscritto da Londra: solo dopo averlo analizzato, ha detto, sarà possibile valutarne l’accettabilità.
Sempre di ieri sera è la dichiarazione di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, che ha voluto rimarcare la pressione sul governo britannico per trovare un compromesso, criticando il segretario degli esteri del Regno Unito, Jeremy Hunt, per le sue “imprudenti e insultanti” osservazioni che hanno confrontato l’Ue con l’Unione Sovietica.
Intanto stamani Simon Coveney, ministro degli Esteri dell’Irlanda del nord, ha detto che qualsiasi accordo sul confine non potrà in ogni caso contare sul governo decentrato di Belfast per l’approvazione dei futuri cambiamenti normativi. Lo ha affermato rispondendo all’emittente irlandese Rte, che chiedeva se l’amministrazione, da mesi bloccata dalla crisi del governo locale, avrebbe dovuto approvare i cambiamenti nelle regole con il resto della Gran Bretagna. “Non è possibile farvi affidamento perché non abbiamo avuto un’assemblea per oltre 20 mesi”, ma indipendentemente da ciò, ha detto Coveney, “qualsiasi accordo preso dovrà funzionare indipendentemente dal fatto che sia presente un’assemblea parlamentare pienamente operativa in Irlanda”, aggiungendo che “la Brexit deve funzionare”.