Roma – Dopo il vertice di ieri sera a palazzo Chigi dedicato al Def la parola ora passa ai mercati. Il primo segnale, proprio oggi che il testo sbarcherà in Parlamento, arriva dallo spread che apre in calo a 274 punti base dai 283 della chiusura di ieri. Il rendimento del Btp decennale è al 3,28%.
Spread usato come arma politica e polemica contro il quale si scaglia, già stamattina, il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini. “No, non faremo marcia indietro” sulla manovra se lo spread continua a salire, ha detto intervistato a Radio Anch’io il ministro dell’Interno e vice premier Matteo Salvini. “Se tagli le tasse – ha aggiunto – aiuti la crescita, noi puntiamo a un’Italia che non cresce dello zero virgola, ma del due, del due e mezzo”. Giorni di grafici, tabelle e cifre alcune delle quali, nell’entusiasmo di un (presunto) successo politico possono essere date con approssimazione. Ed è così che è proprio Salvini si incarica di correggere il suo collega vicepremier, Luigi Di Maio, che ieri aveva parlato di “10 miliardi per il reddito di cittadinanza”. “Se la matematica non è un’opinione, se ci sono 7-8 miliardi per la Fornero, ce ne sono 8 per il reddito”.
Stando ai dati usciti ieri sera dal vertice di Governo a palazzo Chigi, Il deficit resta al 2,4% per il 2019, scende al 2,1% nel 2020 e si attesta all’1,8% nel 2021. Ci sono tutte le misure più care ai due partiti di Governo reddito di cittadinanza, riforma della Fornero e Flat Tax: il conto fa 16 miliardi di euro. Lungo questa via, ha spiegato il ministro dell’Economia Giovanni Tria “nel primo anno ci sono 0,2 punti percentuali di investimenti addizionali, nel secondo 0,3 di investimenti, nel terzo anno 0,4 di investimenti addizionali. Questo descrive la qualità della manovra: puntiamo ad avere gli investimenti pubblici come strumento principale per lavorare sulla crescita”.
Garante dell’accordo raggiunto, il premier Giuseppe Conte che, a proposito di debito e pil, ha prospettato “numeri in discesa: siamo attorno al 130,9% ma scenderemo progressivamente sotto il 130 per arrivare fino al 126,5% nel 2021. Con queste riforme abbiamo previsto che il tasso di disoccupazione, già sceso sotto il 10%, tenderà ancora a scendere attestandosi attorno all’8% se non al 7%”.
Altrettanto alto l’obiettivo che si è posto Tria per la crescita, pur in mancanza di stime del pil. “Avevamo promesso di aumentare il tasso di crescita per eliminare il gap con la Ue, che è stato dell’1 per cento l’anno da oltre 10 anni. Con questa manovra arriveremo a dimezzare il gap tra il tasso di crescita italiano e il tasso di crescita Ue nel primo anno, nel 2019″.
E se Matteo Salvini è “strafelice per i risultati” come la riforma della legge Fornero soddisfatto si è detto anche Luigi Di Maio che, stime a parte, ha potuto rivendicare (prima di andare a ballare lungo il Tevere) la realtà di misure come “la pensione di cittadinanza, il reddito di cittadinanza, i centri per l’impiego e il fondo truffati per le banche che verranno finanziate nel 2019, 2020 e 2021. Abbassiamo gli obiettivi di deficit, senza penalizzare le misure fondamentali di una legge di bilancio che per la prima volta ripaga il popolo italiano di tante ruberie e tanti sprechi”.